Sparò a un ladro: legittima difesa

Sembra concludersi felicemente l’odissea di un carrozziere di Mogliano, indagato dopo aver sparato a un ladro ferendolo

Fu legittima difesa. Ne è convinta anche la pubblica accusa. In quell’indimenticata notte di fine settembre dell’anno scorso il colpo di fucile, sparato da una distanza di una trentina di metri, andò a bersaglio, ferendo il ladro. Ma di questo gesto l’autore non dovrà rispondere alla giustizia. Bruno Campello, infatti, sparò al ladro per difendersi. Il carrozziere di Mogliano attualmente è indagato per lesioni volontarie aggravate dall’uso di armi per aver colpito con un colpo di fucile uno dei ladri che stava entrando nella sua officina. L’accusa contro di lui merita però di essere archiviata. Sarà questa la richiesta del pubblico ministero Giovanni Valmassoi, che ha coordinato le indagini. Determinante è stato l’esito della perizia affidata dalla Procura: il quarantacinquenne di Dolo Luciano Talpo, quella notte, aveva appena sfondato la porta dell’abitazione di Bruno Campello e non era girato di spalle ma di 45 gradi. Al momento dello sparo aveva fra le mani un qualcosa di voluminoso con il quale era riuscito a scassare la porta. Un corpo contundente che fece intuire, istintivamente, al carrozziere di essere in pericolo. Poteva essere una pistola, almeno questa poteva essere la sensazione a chi da quella distanza e nel buio, cercava di difendere se stesso e la sua proprietà. Da qui il riconoscimento della legittima difesa. Per questo motivo l’accusa dovrà essere archiviata mentre continuerà a sussistere quella di porto abusivo d’arma visto che il fucile era detenuto illegamente perchè il relativo permesso era scaduto da qualche tempo. Bruno Campello, difeso dall’avvocato Marco Serena, aveva confessato al pubblico ministero Giovanni Valmassoi di aver avuto la vita sconvolta dal fatto. Ha sparato a una persona mandandola in ospedale. Per chi conduce una normale e tranquilla esistenza, dopo essere stato preso di mira con i furti, è stato uno shock. Campello mai avrebbe pensato di finire imputato in Procura della Repubblica per aver esercitato il sacrosanto diritto di autodifesa. Campello disse al giudice: «No, non premerei mai più il grilletto del fucile per mettere in fuga i ladri. L’ho fatto perchè ero giunto al limite della sopportazione. Prima di sparare ho gridato: andate via, andate via. Poi ho esploso un colpo in aria. Ma quando dopo circa mezz’ora sono tornati alla carica allora ho deciso di sparare ancora per difendermi, non certo per uccidere».  Luciano Talpo ammise invece di essere andato là per rubare (in un primo momento pareva sostenesse di essere stato là per caso). A sostegno di Campello si è schierata l’intera Mogliano, che ha manifestato in piazza dichiarandogli una corale solidarietà.