Sorprendente sondaggio sulla caccia e gli italiani

Il portale Big hunter ha reso noti i risultati sorprendenti di un sondaggio realizzato da Astra ricerche e commissionato da Cncn e Face Italia: su un campione di 2.200 italiani tra i 18 e gli 80 anni, il 48 per cento si è dichiarato vicino alla caccia, contro un 38 per cento di estranei alla caccia e un 13 per cento di assoluti disinformati

Il portale Big hunter ha reso noti i risultati sorprendenti di un sondaggio realizzato da Astra ricerche e commissionato da Cncn e Face Italia: su un campione di 2.200 italiani tra i 18 e gli 80 anni, il 48 per cento si è dichiarato vicino alla caccia, contro un 38 per cento di estranei alla caccia e un 13 per cento di assoluti disinformati. Di più: il 40,7 per cento degli intervistati si è detto contrario alla caccia, contro il 40 per cento favorevole e il 19,3 per cento che non ha espresso alcun punto di vista. Altra sorpresa, tra i cacciatori risultano nettamente sopra la media quelli di età compresa tra i 25 e i 34 anni, residenti nel Centro Italia e con un livello di istruzione medio-alto (laureati, imprenditori e professionisti).

“In ogni caso”, si legge sul portale Big hunter, “la stragrande maggioranza degli italiani non ha niente da obiettare nei confronti di una caccia esercitata nell’ambito delle regole previste dalla vigente normativa. E questo è purtroppo ciò che ci fa soffrire di più, in quanto, il campione interpellato ha fatto emergere una verità inquietante. La stragrande maggioranza degli italiani a oggi non è assolutamente informato di come stanno le cose. Molti, troppi, a nostro avviso, hanno creduto alle baggianate dei supercomunicatori anticaccia, che continuano a descrivere la caccia italiana per quello che non è. E qui, noi, tutti noi, ci dobbiamo chiedere il perché. E soprattutto adoperarci per ristabilire la verità. È questo l’impegno che soprattutto le nostre associazioni venatorie devono assumersi immediatamente. Informare quell’altissima fetta di disinformati che la caccia – come già riconoscono quasi due italiani su tre – è una bella realtà con la quale fa piacere convivere.

Alla richiesta ha risposto per primo Marco Ciarafoni, responsabile biodiversità e politiche faunistiche del Pd: «Il risultato dell’indagine conferma, se mai ve ne fosse bisogno, che, tralasciando le personali e legittime motivazioni di ordine etico, vi è uno spazio enorme di convergenza tra coloro che, partendo da sensibilità diverse, hanno il comune obiettivo della salvaguardia ambientale e della ricostruzione del patrimonio faunistico. L’anello di congiunzione è la rimozione di qualsiasi pregiudizio e la sostenibilità del prelievo venatorio nel rispetto delle indicazioni della scienza e delle normative europee. Esattamente la posizione che il Pd e i suoi gruppi parlamentari hanno sostenuto, anche nelle regioni, per impedire l’approvazione di norme che avrebbero favorito la deregolamentazione della caccia e l’illegale recepimento delle direttive europee. Di fronte ai risultati della ricerca, dovrebbero riflettere quelle associazioni del mondo venatorio che fino a ieri hanno spalleggiato le sortite propagandistiche e demagogiche della Lega e di quella parte del centrodestra finalizzate a riscontri effimeri sul piano elettorale e che, al tempo stesso, hanno prodotto l’isolamento culturale dei cacciatori italiani».