Siena: salvaguardia biodiversità, prelievi selettivi e contenimenti

Il polverone mediatico e le polemiche sollevate attorno al piano di controllo delle volpi hanno portato la Provincia di Siena a decidere una moratoria di un mese. Si lavori da subito per trovare soluzioni che consentano di riprendere rapidamente una operazione svolta nell’interesse dei cittadini, messo a rischio da una deriva animalista che ha rinunciato alla gestione ambientale in cambio di facili consensi emotivi. Il comunicato congiunto di Fidc, Anlc, Anuu, Cpa, Enalcaccia e Arcicaccia

 

Il mondo venatorio italiano guarda con molta attenzione a quanto sta accadendo a Siena e all’iniziativa della Provincia e dell’Assessore Annamaria Betti di istituire un Tavolo di concertazione con tutti i soggetti interessati finalizzato alla completa attuazione, in tempi rapidi, degli interventi di contenimento delle specie in esubero, volpe compresa, per assicurare la valorizzazione della biodiversità di territori, quali quelli di Siena, all’avanguardia anche grazie alla positiva gestione faunistico venatoria realizzata con l’impegno determinante e i soldi dei cacciatori e degli agricoltori.
Un meritorio impegno per l’arricchimento faunistico del paesaggio che si è ottenuto anche con la gestione delle ZRC, così come riconosciuto dai cittadini, dai turisti che restano affascinati da questo territorio, dall’OCSE.
Una “eccellenza” – per fortuna una delle tante in Italia – che per essere raggiunta e mantenuta richiede però una visione a 360 gradi delle problematiche ambientali, compresi i risvolti dei danni che i selvatici in sovrannumero portano e che ricadono su tutta la società e che per molte imprese agricole sta divenendo insostenibile. Danni ai quali non ci pare facciano fronte le sigle animaliste con il loro 5×1000.
Occorre riprendere al più presto l’iniziativa per l’intesa con quanti verranno al Tavolo di discussione. Il mondo venatorio non si è mai sottratto al confronto quando questo era serio e non pregiudizialmente viziato, e anche questa volta non farà eccezione, rifiutando con forza sin da subito però di confrontarsi con posizioni talebane e fondamentaliste che non portano a nulla.
Il tema del Tavolo deve essere chiaro: si discute di attività di controllo faunistico nel primario interesse della presenza di tutte le specie selvatiche, dell’agricoltura toscana, della salute pubblica, che dal proliferare di certe specie – proprio la volpe, ad esempio – rischia di essere messa in pericolo.
Un passaggio che auspichiamo sia propedeutico a rilanciare in tutte le Regioni il dialogo e il confronto senza dietrologie e pregiudiziali ideologiche.
Si proceda rapidamente ad insediare il Tavolo allora; a rendere sempre più efficace l’attività di contenimento delle specie, in particolare gli ungulati, in esubero; si perfezionino i piani di controllo per la volpe, così come indicato dall’ISPRA, acquisendo anche le risorse che vorranno mettere a disposizione le Associazioni ambientaliste e utilizzando al meglio la disponibilità dell’ENPA e delle sue Guardie, già addestrate all’uso delle armi.
Poi, al termine della moratoria e dopo la ripresa delle operazioni di controllo si faccia seguito immediatamente con la costituzione di un Comitato per la valorizzazione del “Bene Comune Fauna”, ricchezza dei senesi e della Comunità internazionale.
Al Paese non servono più danni, chiacchiere o “caccia alle streghe”, ma risparmi e investimenti per l’ambiente, per una campagna più viva e vissuta.
Speriamo di non dover più assistere a vicende come questa, talmente strumentalizzata che la stessa Legambiente senese, pur nella ricerca di una mediazione fra le diverse posizioni, aveva con forza preso le distanze da chi cerca di far disattendere o boicottare la normativa vigente con l’unico scopo di ottenere l’abolizione della caccia in un modo profondamente scorretto.
Il controllo delle volpi in tana con i cani è infatti per l’amministrazione provinciale un atto dovuto e corretto.
Dovuto, perché a differenza di quel che pensa la maggior parte delle persone che con la natura hanno contatti superficiali, spesso mediati da una informazione fortemente di parte, la biodiversità di cui in molti si riempiono la bocca non si difende lasciando fare al caso.
Corretto, tanto che gli animalisti hanno sempre perso i ricorsi presentati, perché validato da un protocollo Ispra, l’Istituto Superiore per la Ricerca Scientifica noto non certo per i suoi pareri filocaccia, che curiosamente però per qualcuno vanno bene ed equivalgono a dogmi solo quando servono a sostenere, magari un po’ pretestuosamente, le necessità e gli scopi di parte o del momento.
Tutto questo purtroppo – impegno, serietà, rispetto delle leggi e della scienza – passa oggi in secondo piano, travolto da una deriva verso un animalismo degenere, senza alcun fondamento che non sia quello emotivo.
E questo per gli animali è solo un male. Ma gli animalisti, come tutti i fondamentalisti convinti di essere i soli depositari della verità, non possono capirlo.