Sequestro armi sceniche, un’inchiesta costruita sul nulla

In merito alla notizia del sequestro di armi per uso scenico effettuato nei giorni scorsi a Roma, con successive allarmistiche dichiarazioni dei quotidiani e dei Tg, il presidente dall’Associazione Italiana Autori e Tecnici Effetti speciali di scena, Franco Ragusa, ha diramato un comunicato che si spera aiuti a ristabilire la verità dei fatti

 

In merito alla notizia del sequestro di armi per uso scenico effettuato nei giorni scorsi a Roma, con successive allarmistiche dichiarazioni dei quotidiani e dei Tg, il presidente dall'Associazione Italiana Autori e Tecnici Effetti speciali di scena, Franco Ragusa, ha diramato un comunicato che si spera aiuti a ristabilire la verità dei fatti: “A seguito delle notizie giornalistiche diffuse nella giornata di ieri, 1 marzo 2011, che con tanto clamore hanno affrontato un’iniziativa della Questura di Roma che vedrebbe coinvolti i fornitori di armi per uso scenico per il cinema, l’Associazione AIAT-SFX comunica il profondo stupore di fronte alla superficialità con la quale si stanno diffondendo informazioni prive di fondamento o di motivo di allarme. Oltre una settimana fa (ed è questo un primo dato che lascia sconcertati, visto che è soltanto a partire da ieri, 1 marzo, che i giornali hanno iniziato ad occuparsene), analogamente a quanto già avvenuto nel 1995, i titolari di licenza di deposito di armi per uso scenico hanno subito controlli dai quali sarebbero emerse presunte irregolarità nell’attività di demilitarizzazione. La contestazione dei presunti illeciti, in alcuni casi ha determinato provvedimenti restrittivi della libertà personale che sono stati però revocati in brevissimo tempo. Da ricordare, al riguardo, che tutte le inchieste del 1995, accompagnate da una campagna mediatica degna dei più gravi fatti di mafia e terrorismo, si sono tutte concluse, soltanto tre mesi fa, con l’assoluzione con formula piena di tutte le persone coinvolte. Oggi come allora, gli illeciti contestati in questi giorni riguarderebbero, in ogni caso, non il tipo o la natura delle armi, così come in maniera allarmistica sono state presentate dai mezzi di informazione (anche armi da guerra!), bensì lo stato degli interventi adottati per rendere “armi perfettamente funzionanti all’origine”, quale che sia la loro natura, utilizzabili per uso scenico. I mezzi di informazione è bene quindi che sappiano che per le armi per uso scenico esiste una regolare registrazione dei numeri di matricola ed una licenza di detenzione. L’uso sui set cinematografici è inoltre regolato da specifiche licenze di trasporto ed impiego da parte di personale abilitato. E’ di tutta evidenza, quindi, che per il tipo di regolamentazione alle quali tali armi sono sottoposte, le stesse non possono essere considerate inerti. L’Associazione AIAT-SFX sottolinea, inoltre, che diversamente da quanto ritenuto e divulgato dagli organi di informazione, al momento non esistono norme di legge che specifichino le caratteristiche che le armi per uso scenico debbano possedere. Tale specificazione è infatti giunta, peraltro in forma di “semplici accorgimenti tecnici”, con il “Decreto legislativo 26 ottobre 2010 N° 204 – Norma di attuazione della direttiva 2008/51/CE”, che entrerà in vigore il primo luglio 2011: Art. 22 – … Per armi da fuoco per uso scenico si intendono le armi alle quali, con semplici accorgimenti tecnici, venga occlusa parzialmente la canna al solo scopo di impedire che possa espellere un proiettile ed il cui impiego avvenga costantemente sotto il controllo dell’armaiolo che le ha in carico. È quindi facile rilevare che le armi sequestrate, prendendo a riferimento le dichiarazioni riportate dai giornali, riferibili alla Questura di Roma, e la normativa che entrerà in vigore il primo luglio (che, è bene ripetere, per la prima volta definisce le caratteristiche che le armi sceniche debbono possedere per il loro utilizzo), fossero regolarmente predisposte per impedire l’espulsione di un proiettile. Le dichiarazioni circa la possibile facile rimozione degli interventi tecnici e, quindi, della pericolosità che queste armi avrebbero potuto comportare nell’utilizzo sui set, e in tal senso si è addirittura fatto riferimento a quanto avvenuto all’estero, non hanno alcun senso tenuto conto, appunto, che le armi in oggetto debbono essere affidate a persone dichiarate abili al “maneggio di armi per uso scenico” dalla stessa Questura. L’Associazione AIAT-SFX comunica, infine, che si sta attivando per sollecitare un intervento dell’Autorità Amministrativa che definisca in maniera chiara e non oltremodo restrittiva, oltre quanto, cioè, non espressamente vietato dalla legge, le caratteristiche che le armi sceniche debbono possedere, tenendo conto, in primo luogo, delle esigenze di sicurezza sui posti di lavoro, che non possono evidentemente cadere in secondo piano rispetto ad altro tipo di considerazioni che nulla hanno a che vedere con la sicurezza sui set. Ci si riferisce, in particolare, alla possibilità di poter compiere normali operazioni di manutenzione, quali la pulizia e la verifica dell’efficienza meccanica, nonché l’evitare che vengano compiute presunte operazioni di demilitarizzazione che tutto sono meno che sicure. Laddove dovesse persistere l’attuale quadro di incertezza giuridica, che al momento non consente agli operatori del settore di poter lavorare con la dovuta tranquillità, l’Associazione AIAT-SFX si troverà costretta ad invitare tutti i tecnici abilitati all’uso delle armi per uso scenico a sospendere ogni attività.