Ravenna, il caso Bisi ha dell’incredibile

Primo Bisi, 75 anni, l’uomo che pochi giorni fa ha ferito a colpi di pistola il proprio avvocato a Ravenna perché riteneva che il suo onorario fosse troppo alto, non sarebbe dovuto essere né armato, né in stato di libertà

Primo Bisi, 75 anni, l’uomo che pochi giorni fa ha ferito a colpi di pistola il proprio avvocato a Ravenna perché riteneva che il suo onorario fosse troppo alto, non sarebbe dovuto essere né armato, né in stato di libertà. Bisi infatti, aveva già una lunga “carriera” alle spalle come omicida, visto che aveva già ucciso un uomo nel 1963 e, addirittura, sua moglie e un vicino nel 2001. Pur condannato, era ai domiciliari per ragioni di salute e, oltre a una pistola sparachiodi modificata da lui portata sul luogo del delitto, era in possesso anche di una più “normale” 7,65 mm.

Una situazione incredibile
La paradossalità della situazione è stata evidenziata dal sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci: “Nel gennaio del 1963, Primo Bisi uccide un uomo a sprangate a Filo D'Argenta, nel ferrarese. Per l'omicidio viene condannato a 14 anni di carcere. Torna in libertà nel 1977 e si trasferisce a Savio, frazione del ravennate, insieme alla famiglia. Il 6 dicembre 2001 uccide la moglie a colpi di pistola e un vicino. Nel 2003, dopo il rito abbreviato, viene condannato a 16 anni di carcere più 5 da trascorrere in una clinica psichiatrica giudiziaria. Sentenza confermata anche in Cassazione. Nel settembre del 2010 gli vengono concessi i domiciliari per motivi di salute. Questo “pregresso” criminoso e l'iter giudiziario quantomeno sconcertante per un pluriomicida”, prosegue il sindaco, “pongono diversi interrogativi. Il primo è sull'adeguatezza delle leggi e sull'appropriatezza della loro applicazione. Le due condanne subite da Bisi per i due diversi omicidi sono davvero congrue? In particolare per il delitto del 2001 nonostante sia “recidivo” egli viene condannato a 16 anni di carcere più 5 da trascorrere in un istituto psichiatrico giudiziario: è davvero una pena adeguata? Ancora: Bisi da due anni era agli arresti domiciliari in attesa di entrare all'ospedale psichiatrico di Montelupo Fiorentino. Perché concedere i benefici dei domiciliari a un uomo che aveva già ucciso tre volte e con seri problemi psichici? E perché si è atteso così a lungo per il suo trasferimento nell'ospedale psichiatrico? L'altro aspetto inquietante riguarda il porto d'armi che gli è stato concesso dopo avere scontato la pena per il delitto del 1963. Come è possibile concedere il porto d'armi a chi ha già ucciso un uomo? E come è possibile che un pluriomicida agli arresti domiciliari possa circolare tranquillamente armato?”.