Randagismo: no alle guardie venatorie

«È sconcertante il balletto delle responsabilità che sta avvenendo in questi giorni sul problema del randagismo»: questo il commento di Marco Ciarafoni, presidente nazionale del Csaa, Centro sportivo e delle attività per l’ambiente. «Questa situazione, che soltanto oggi in seguito a una serie di eventi tragici sembra assumere una rilevanza nazionale e non soltanto una problematica estiva legata all’abbandono dei cani, rappresenta da tempo una vera e propria emergenza… «È sconcertante il balletto delle responsabilità che sta avvenendo in questi giorni sul problema del randagismo»: questo il commento di Marco Ciarafoni, presidente nazionale del Csaa, Centro sportivo e delle attività per l’ambiente. «Questa situazione, che soltanto oggi in seguito a una serie di eventi tragici sembra assumere una rilevanza nazionale e non soltanto una problematica estiva legata all’abbandono dei cani, rappresenta da tempo una vera e propria emergenza per il nostro paese. Le responsabilità ricadono uniformemente sulle istituzioni nazionali, sugli enti locali, sui gestori di alcuni canili e sui singoli proprietari che non sono stati in grado di rispettare e far rispettare le regole vigenti e predisporre piani di programmazione efficaci per prevenire e contrastare il fenomeno del randagismo». «Siamo contrari», conclude Marco Ciarafoni, «all’abbattimento incondizionato degli animali: i cani vanno prima catturati e sarà successivamente il veterinario competente a prendere la soluzione più opportuna. Siano quindi fermamente contrari agli annunci, di alcuni amministratori, che propongono l’ utilizzo delle guardie venatorie volontarie per la soppressione degli animali. I cacciatori sono persone responsabili e non insensibili cecchini di cani resi pericolosi a causa dell’incuria e della malvagità dei loro padroni».