Quanta attesa per il Porto d’armi

Richiedere il porto d'armi a volte può rivelarsi più complesso di quanto si pensi. Una volta consegnata la documentazione alle autorità preposte, i tempi di risposta possono dilatarsi. Vi spieghiamo perché Mi sono convinto a richiedere il porto d’armi per uso sportivo e, sorpresa delle sorprese, mi sono addentrato in un mondo di burocrazia inimmaginabile, visto che dal momento della mia consegna di tutta la documentazione alla locale stazione dei carabinieri di Campagnola Emilia, sono passati esattamente 115 giorni e ancora non ne so assolutamente nulla! Posso sapere come sia possibile che per una semplice pratica sia possibile aspettare tanto? Premesso che ho prestato regolare servizio militare, sono incensurato e psichicamente sano, visto che la visita effettuata presso la Asl locale è stata regolare. So anche per certo che avendo le conoscenze giuste la pratica viene sbrigata in poco più di 3-4 giorni. Volevo anche chiedervi se vi sono limiti di attesa.
Luca Saetti – e-mail
Nel regolamento di attuazione 10 ottobre 2012 n. 214 emanato dalla presidenza del consiglio dei ministri e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 287 del 10 dicembre 20012, sono esplicitate le durate massime dei vari procedimenti amministrativi riguardanti le armi e i prodotti esplodenti e in tale documento è specificato che la durata del procedimento amministrativo per il porto di fucile per Tiro a volo è di 90 giorni.
Attenzione, però: spesso avviene che i 90 giorni vengano fatti partire non già dal momento in cui la documentazione viene consegnata all’organo periferico di ps (commissariato, stazione carabinieri), bensì da quando il materiale giunge in possesso dell’organo amministrativo preposto al procedimento amministrativo vero e proprio (quindi la questura).
Secondo le norme sulla trasparenza amministrativa, la questura sarebbe tenuta a inviare una comunicazione al cittadino, esplicitando la data precisa di avvio del procedimento amministrativo (dalla quale partono i 90 giorni) e indicare anche il responsabile del procedimento. Purtroppo, salve alcune lodevoli eccezioni, questo avviene molto di rado. Così come ancor più di rado avviene che un commissariato o una stazione carabinieri rilascino una ricevuta del materiale presentato (malgrado siano teoricamente tenuti a farlo, sempre per la normativa sulla trasparenza amministrativa).
Insomma, nonostante a livello legislativo si siano predisposti da anni (ormai da oltre un quarto di secolo, la prima legge sulla trasparenza amministrativa è del 1990) strumenti legislativi per far sì che la pubblica amministrazione debba rendere conto del proprio operato al cittadino, nella realtà purtroppo il cittadino medesimo è ancora troppo “suddito”.
Ciò non vuol dire, però, che gli strumenti per far valere i propri diritti non esistano. Innanzi tutto, è possibile chiedere alla sua stazione carabinieri quando siano effettivamente stati trasmessi i documenti alla questura e, secondariamente, recarsi in questura per chiedere di conoscere lo stato della pratica e, soprattutto, di conoscere la data ufficiale di avvio del procedimento amministrativo e il responsabile del procedimento.
Occorre anche ricordare che nella remota eventualità in cui vengano dichiarati motivi ostativi al rilascio, tali motivi dovranno esserle notificati per iscritto e con idonea motivazione e su tale provvedimento è possibile fare ricorso al Tar.
Ruggero Pettinelli