Pistole al bando in Canada?

La ricetta è sempre la stessa: che sia un effetto della globalizzazione? Ancora una volta, per contrastare la criminalità, i politici pensano a disarmare i cittadini. Onesti. L’idea è di Paul Martin, leader del partito liberale nella città di Toronto. Se, nel voto del prossimo 23 gennaio, Martin sarà rieletto, metterà immediatamente al bando le pistole, lasciando ai cittadini un congruo termine per venderle o disporne altrimenti. L’unica deroga è ammessa per chi ese… La ricetta è sempre la stessa: che sia un effetto della globalizzazione? Ancora una volta, per contrastare la criminalità, i politici pensano a disarmare i cittadini. Onesti. L’idea è di Paul Martin, leader del partito liberale nella città di Toronto. Se, nel voto del prossimo 23 gennaio, Martin sarà rieletto, metterà immediatamente al bando le pistole, lasciando ai cittadini un congruo termine per venderle o disporne altrimenti. L’unica deroga è ammessa per chi esercita l’attività di tiro. L’idea dei liberali è di proporre a tutte le province e i territori di aderire al bando, trasformandolo in un provvedimento nazionale. Il contrasto ai crimini commessi con le armi prevede anche pene più severe per chi utilizza illegalmente armi, rafforzamenti dei controlli alle frontiere per limitare il contrabbando e più organici alla polizia per contrastare le bande armate. In particolare, Martin intende creare una speciale sezione di 250 membri della Royal canadian mounted police che possa affiancare la polizia locale. Secondo Martin, nel corso dell’ultimo decennio gli omicidi commessi con un’arma da fuoco sono pari a quasi il 75% del totale. Nel 2004, tuttavia, solo il 27,7% degli omicidi è stato commesso con un’arma da fuoco, contro il 31% del 2003. Nel 2005, il numero di omicidi commessi con un’arma è ulteriormente sceso al 18%. La proposta ha già suscitato i primi commenti: il premier dello Stato dell’Alberta, Ralph Klein, ha infatti dichiarato di non essere d’accordo con il bando e che, quindi, non lo applicherà nello Stato. Klein ha affermato di credere molto di più, come misura di contenimento del crimine, nell’inasprimento delle pene per chi utilizza illegalmente armi.