Per i vigili di Bologna, arriva lo spray

Dalla metà di settembre, anche all'ombra delle due torri arrivano gli spray antiaggressione per i vigili Era il 2009 quando l’allora ministro degli interni Roberto Maroni varò il “Pacchetto sicurezza” sull’onda di un animato dibattito politico circa la sicurezza dei cittadini. Qualcuno ricorderà le famose ronde di cittadini che la legge in qualche modo doveva consentire. Nello stesso pacchetto di norme vi era anche la possibilità di dotare le forze di polizia locale di spray al peperoncino e anche su questo si scatenarono vivaci discussioni tra coloro che lo ritenevano il minimo indispensabile per la difesa personale ed altri che lo consideravano al pari di un’arma letale.
A Bologna, sotto la guida della giunta Cofferati, si affrontò il tema, ma l’adozione dello spray non avvenne mai, fino a oggi.


Dalla fine di agosto i primi agenti della polizia municipale di Bologna hanno iniziato l’addestramento al porto e all’uso dello spray al peperoncino, con effettiva distribuzione dalla metà di settembre.
I dispositivi in distribuzione sono 400, su un organico complessivo di 600 agenti. Il modello prescelto è l’RSG2 Allround distribuito dalla Defence system che come caratteristiche principali presenta lo spray nebulizzato a cono ristretto, OC (Oleoresin Capsicum ) naturale con concentrazione al 10%, cartuccia sostituibile, contenuto 20 ml, gittata utile 3 metri, utilizzabile in qualsiasi posizione non solo verticale. Si tratta di un prodotto non lesivo, certificato da perizie medico legali.
Alberto Aitini, assessore comunale alla Sicurezza urbana integrata e Polizia Municipale del comune di Bologna (nella foto sotto) ha acconsentito a rispondere ad alcune domande su questo tema di attualità.


Cosa è successo in questi 9 anni che ha fatto decidere per l’adozione dello spray?
«Sicuramente è cambiato il fatto che c’è una necessità maggiore di proteggere gli agenti di polizia municipale nel loro lavoro. come sappiamo sono dotati della pistola ma naturalmente questa deve essere usata come estrema, estrema risorsa…».
Per quanto sappiamo a Bologna, negli ultimi vent’anni, nessun agente della municipale ha mai esploso un solo colpo di pistola.
«Che io sappia non solo a Bologna. Comunque lo spray dovrà essere uno strumento di difesa e non di offesa. Sempre di più gli agenti si trovano a operare in condizioni difficoltà, i tempi sono molto cambiati e oggi il ruolo della polizia municipale è molto diversificato, deve svolgere diversi compiti per il controllo del territorio e quindi noi riteniamo che debbano essere messi nelle condizioni di poter svolgere il loro lavoro in sicurezza».
Volendo fare gli avvocati del diavolo: a queste conclusioni altre amministrazioni ci sono arrivate molto prima, forse in questa città è rimasto più a lungo un tabù per il quale non si accettava il poliziotto “armato”?
«Non so se derivi dalla storia di questa città, dalla sua tradizione di sinistra, comunista e post-comunista dove, come dici, c’è stato un tabù. Comprenderei ed è possibile che questo territorio, per la sua storia, non abbia visto di buon grado il fatto di dotare sempre più gli agenti di particolari strumenti. Noi, oggi, stiamo già discutendo di dotare gli agenti di microcamere in alcuni momenti del loro lavoro. All’interno del corpo della polizia municipale e in alcuni sindacati, c’è già la discussione sul dotare gli agenti del “manganello” . Sono dibattiti che hanno bisogno di un certo tempo per svilupparsi: se poi vogliamo dire che il tempo è stato lungo, in effetti lo è stato per prendere una decisione di questo genere».
Approfondiamo la questione sulle ulteriori dotazioni in discussione…
«La discussione non è ancora formale ma io con gli agenti della municipale parlo spesso e tra di loro c’è un dibattito che porterà, nelle nostre intenzioni in un tempo breve, all’adozione della microcamera sulla divisa. Io sono assolutamente favorevole a questo e secondo me anche la maggioranza degli agenti e dei sindacati lo sono. Quindi se loro confermeranno la scelta, io sono per fare tutto assieme a loro e, allora, possiamo pensare a una introduzione per l’anno prossimo. Per tutto il resto, bastoni distanziatori, il vestiario e altro, servirà più tempo».
Formazione: a che punto è?
«Stiamo discutendo con il sindacato per migliorare la formazione, prevedere periodi di formazione costante per gli agenti».
Bologna negli ultimi anni è molto cambiata: è una città decisamente cosmopolita.
«Questa città si è aperta al mondo in un modo esponenziale. Dal punto di vista della sicurezza i dati relativi ai reati, negli ultimi anni, sono in calo però è evidente che ci sono aspettative diverse da parte dei cittadini. I conflitti sono aumentati proprio per la diversità che si è creata all’interno della città. Quindi la necessità di lavorare, per esempio, sul rispetto delle regole; una volta era un problema meno sentito. Su questo gli agenti sono impegnati in prima linea».
In effetti le statistiche registrano un calo dei reati ma le persone dicono di avere sempre più paura. Presenza sul territorio e coordinamento con le altre forze di pubblica sicurezza a che punto sono?
«La percezione delle persone è quella di una minore sicurezza e questo deriva da diversi fattori. Da un bombardamento mediatico, al di là di Salvini, che c’è sempre stato. Dalla convivenza di culture diverse in una città che ha sempre fatto dell’accoglienza un suo vanto. Come tutte le grandi città anche Bologna deve combattere con una mancanza di rispetto delle regole. Anche le piccole cose sono vissute un maniera negativa. Per esempio il degrado di una parte della città è vissuto dai cittadini come una diminuzione di sicurezza. Circa il coordinamento non credo ci sia mai stato un momento migliore di questo».