Ordigni bellici: un flagello da non sottovalutare mai

Sembra incredibile doversi occupare, a oltre un secolo dalla fine della prima guerra mondiale e a quasi ottant’anni dalla fine della seconda, del ritrovamento di ordigni bellici nelle nostre campagne e anche nelle cantine o nelle case degli italiani. Invece, basta dare un’occhiata alla cronaca e si può osservare che un “incontro ravvicinato” con gli ordigni bellici è più frequente di quanto non si possa pensare. Frequente e, talvolta, con esiti drammatici, come pochi giorni or sono è accaduto nel pordenonese, dove un bambino di 10 anni è morto per lo scoppio di un ordigno portato a casa incoscientemente dal nonno (ferito gravemente anch’egli). Se non si tratta di oggetti trovati nelle campagne, l’incontro può avvenire addirittura a casa, come è avvenuto in piena Milano, dove una signora ha avvisato le forze dell’ordine quando ha scoperto, nella cucina dell’appartamento, una bomba a mano appartenuta a un defunto avo.

Confidenza, zero
Conviene quindi evidenziare quelle che sono le elementari (si ribadisce: elementari) norme poste a tutela dell’incolumità delle persone, nel caso in cui ci si imbatta in quello che potrebbe essere un ordigno bellico, che sia in campagna o nella cantina della casa del nonno.

  1. Ogni volta che si trova, sul territorio, un oggetto metallico o in generale un manufatto artificiale (perché alcuni ordigni sono addirittura in legno, in calcestruzzo o in altri materiali non metallici) del quale non si conosce la natura e la funzione, è sempre opportuno qualificarlo come pericoloso, quindi assolutamente NON toccarlo con le mani e NON spostarlo dalla posizione di ritrovamento né con le mani né con altro (bastoni, pale eccetera). Questo vale sempre ma in particolar modo se il rinvenimento avviene in zone della nostra Penisola nelle quali vi sono stati combattimenti o dove si sa che la zona fosse utilizzata come poligono militare.
  2. Un ordigno militare rinvenuto sul territorio è SEMPRE pericoloso, sia che appaia in condizioni tali da non essere stato sparato o lanciato, sia quando sembra che sia stato lanciato o sparato e non sia scoppiato. Questo perché nel caso in cui sia stato lanciato o sparato, le sicurezze di trasporto e di traiettoria sono ormai disattivate e qualsiasi urto anche molto piccolo può determinare l’esplosione; anche nel caso in cui l’ordigno appaia in condizione di non essere stato impiegato, comunque la permanenza all’aperto, con acqua e sbalzi di temperatura, può aver deteriorato gli esplosivi e i meccanismi interni, rendendo l’ordigno molto più sensibile agli urti rispetto a quando è uscito dalla fabbrica. Anche se le superfici esterne appaiono in eccellenti condizioni, non vi è ALCUNA garanzia che l’interno sia in condizioni analoghe.
  3. Il fatto che un ordigno sia presente in casa da generazioni NON significa automaticamente che sia stato svuotato o disattivato in epoca. Può quindi essere ancora pieno di esplosivo, in tutto o in parte, e quindi essere ancora pericoloso.

Cosa fare
Che l’ordigno sia in casa o sia fuori, in campagna, se si ha la disavventura di scoprirlo l’imperativo è quello di NON toccarlo e NON spostarlo in alcun modo. Se, prima di capire che è un ordigno, lo si è già preso in mano, occorre posarlo per terra con la massima cautela e allontanarsi immediatamente.
L’unica altra cosa da fare è avvisare immediatamente le forze dell’ordine, fornendo le indicazioni utili per il ritrovamento (con i moderni telefonini è anche possibile fornire le coordinate geografiche, se ci si trova in spazio aperto).