Novità nell’aria sugli animali d’affezione

L’Anmvi (Associazione nazionale medici veterinari italiani) ha reso noto che è ripreso l’esame delle proposte di legge per riformare la Legge 281, in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo

L’Anmvi (Associazione nazionale medici veterinari italiani) ha reso noto che è ripreso l’esame delle proposte di legge per riformare la Legge 281, in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo. Sembra che alcuni Parlamentari abbiano suggerito di soprassedere sulle proposte di legge in esame adducendo altre priorità ed emergenze, ma che i deputati della Commissione siano stati concordi nel respingere il suggerimento. Le proposte in discussione sarebbero la C. 1172 Santelli e Ceccacci Rubino, la C. 1319 Tortoli, la C. 1370 Alessandri, la C. 2359 Anna Teresa Formisano e Drago, la C. 586 Compagnon, la C. 1589 Livia Turco e Viola, la C. 2343 Farinone e le C. 1236 e C. 1565 del relatore Mancuso. Sembra che anche il Governo avesse preannunciato la presentazione di un disegno di legge ma che a oggi non l’abbia ancora fatto. Qualcuno potrebbe pensare: “per fortuna!”, viste le recenti dichiarazioni della Martini che ravviserebbe una “assoluta necessità che i gestori di canili, di qualsiasi natura, siano sottoposti a valutazione di ordine morale ed equilibrio comportamentale e psichico…”. In quell’occasione non ha mica detto che dovrebbero essere gli animalisti a fare la valutazione morale degli operatori, ma sarebbero in molti a scommettere che proprio a loro stesse pensando… Perplessità esisterebbero comunque anche sulle altre proposte, da una prima lettura, a partire dalla 1565 d’iniziativa del deputato Mancuso che prevedrebbe corsi di formazione obbligatori che allevatori, educatori cinofili e commercianti all’ingrosso o al dettaglio dovrebbero frequentare a loro spese. Nella proposta 1370 d’iniziativa del deputato Alessandri, si parlerebbe di campagne di sterilizzazione degli animali di affezione rivolte ai proprietari privati e di incrementare di 500.000 euro annui a decorrere dall’anno 2008, il fondo istituito per promuovere gli interventi di riqualificazione dei canili e dei rifugi. Nella proposta 1172 d’iniziativa dei deputati Santelli e Ceccacci Rubino, si parlerebbe invece di istituzione di case famiglia per cani e di obbligare tutti i possessori di cani al pagamento di un’imposta comunale annuale di euro 20. Naturalmente sarebbero esenti dall’imposta i cani ricoverati in strutture gestite da enti o associazioni protezionistiche. La ciliegina sulla torta però, sarebbe rappresentata dalla proposta 1319 d’iniziativa del deputato Tortoli, che oltre a ribadire che le convenzioni per la gestione delle strutture dovrebbero essere concluse prioritariamente con le associazioni o gli enti aventi finalità di protezione degli animali, vorrebbe che i proprietari o detentori che non provvedono a sterilizzare il proprio animale siano tenuti al pagamento di un’imposta comunale annuale di 300 euro. Potrebbero però risolvere il problema, a loro spese, ricorrendo agli ambulatori veterinari autorizzati del comune, delle società cinofile o di privati o naturalmente, a quelli delle associazioni animaliste. Ma Roberto Tortoli non faceva parte dell’Intergruppo Parlamentari amici del tiro, della caccia e della pesca? Vorrà proprio mandare a caccia i suoi “amici” col meticcio castrato?