Moria di uccelli, chiesta la sospensione della caccia

A tener banco nei telegiornali degli ultimi giorni è senza dubbio la misteriosa moria di uccelli che si è verificata un po’ dappertutto, sia in Italia sia all’estero. L’unica cosa certa per il momento è che gli animali si ammalano e muoiono, ma cosa o chi sia responsabile di questo fenomeno è tutt’altro che chiaro

A tener banco nei telegiornali degli ultimi giorni è senza dubbio la misteriosa moria di uccelli che si è verificata un po’ dappertutto, sia in Italia (in particolare a Faenza) sia all’estero. L’unica cosa certa per il momento è che gli animali si ammalano e muoiono, ma cosa o chi sia responsabile di questo fenomeno è tutt’altro che chiaro. Ma, evidentemente, è stato ritenuto comunque buon pretesto dall’Associazione vittime della caccia, per chiedere formalmente ai ministeri competenti (Salute, Ambiente, Agricoltura e foreste) “se non ritengano in forma cautelativa di dover sospendere l’attività venatoria su tutto il territorio nazionale in attesa di più certi ed ampi riscontri sanitari, ricordando che non è tanto il passaggio e la sosta di uccelli infetti a costituire potenziale rischio di contagio, quanto invece lo è se gli uccelli ammalati vengono abbattuti e manipolati, talvolta dispersi nell’ambiente”. È chiaro che all’associazione ambientalista fa difetto la memoria: a prescindere dal fatto che la caccia si concluderà, comunque, fisiologicamente alla fine del mese in corso, occorre ricordare che furono proprio i cacciatori a essere positivamente coinvolti nell’operazione di monitoraggio sugli eventuali contagi di influenza aviaria, e che proprio i cacciatori (debitamente informati) possono evidentemente svolgere quell’azione di controllo capillare del territorio che risulterebbe semplicemente impossibile agli organi statali.