M5S torna a occuparsi di armi

Iniziato l’iter parlamentare su un ddl dei 5 Stelle per modificare la legge 185/90 sull’export militare

“Sono emozionato nell’annunciare che oggi inizia l’iter legislativo in Parlamento del disegno di legge del Movimento 5 stelle per migliorare la legge 185 del 1990 sull’export di armi all’estero”, ha dichiarato il senatore Gianluca Ferrara, capogruppo M5s in commissione Esteri e primo firmatario del ddl (cofirmato da altri 63 senatori del gruppo 5 stelle al Senato), che è stato incardinato dalle commissioni Esteri e Difesa a Palazzo Madama. I relatori sono Vito Petrocelli (per la III) e Daniela Donno (per la IV).

“Scopo di questa importantissima iniziativa legislativa è aggiornare, colmare le lacune e tappare le falle di una normativa che da anni mostra chiari segni di debolezza che ne hanno consentito il sistematico e “legale” aggiramento, permettendo di fatto la vendita di armi a Paesi in guerra e responsabili di gravi crimini contro l’umanità e rendendo difficoltoso e del tutto discrezionale lo stop di forniture imbarazzanti. Con i miglioramenti che proponiamo, ha spiegato Ferrara in una nota, “non si ripeteranno casi come quello delle bombe vendute all’Arabia Saudita e usate contro i civili in Yemen o quello delle forniture militari alla Turchia che da anni si macchia di crimini di guerra contro i curdi in patria e in Siria. Si tratta di un’iniziativa legislativa oggettivamente urgente e importante, su cui ci auguriamo di avere la collaborazione costruttiva di tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione. È il momento di fare una chiara scelta di campo: non possiamo più avere le mani sporche di sangue”.

Dal preambolo del ddl in oggetto (che potete scaricare cliccando sull’allegato qui sotto), presentato lo scorso maggio, si deduce che tra gli interventi previsti figura l’ampliamento dei casi in cui l’esportazione dei materiali d’armamento è vietata e dei criteri per valutare l’esistenza di violazioni del diritto internazionale che implicherebbero il divieto all’esportazione di armamenti. Con riferimento alle violazioni dei diritti umani si prevede, inoltre, di estendere gli atti e gli organismi internazionali deputati a emetterli, per basare la valutazione, anche a qualsiasi documento seppur non vincolante, approvato con votazione in seno a una delle organizzazioni internazionali delle quali l’Italia è parte. Saranno vietati il transito, l’esportazione e il trasferimento di armi verso i Paesi coinvolti in conflitti armati senza preventiva autorizzazione del consiglio di sicurezza dell’Onu, anche nel caso in cui il Paese coinvolto giustifichi la propria partecipazione al conflitto con il principio di autodifesa. Altre modifiche introducono una limitazione alla deroga prevista per l’esportazione di materiali d’armamento nell’ambito degli accordi Nato o di collaborazione bilaterale o multilaterale, che potranno così oggi essere vietate nel momento in cui non rispettino i principi fondamentali sopra espressi. Anche la relazione annuale del governo al Parlamento sarà riformata, introducendo tra le altre cose una lista dei Paesi in conflitto verso i quali non sia possibile alcuna esportazione.

Per quanto riguarda la conversione industriale, viene istituito un fondo per rendere operativa la previsione normativa (già esistente) sulla graduale differenziazione produttiva e sulla conversione a fini civili delle industrie del settore difesa, “con particolare riguardo allo sviluppo delle produzioni a uso militare-civile (dual use).