Lo sport italiano si prepara

Il Coni ha chiesto a Federazioni, Discipline sportive associate ed Enti di promozione di produrre elementi di valutazione, istanze ed esigenze per la possibile riapertura del 4 maggio. Fitav e Uits sono pronti…

ll mondo sportivo italiano si prepara ad affrontare la Fase 2 dell’emergenza covid-19 e la ripresa delle attività, nel pieno rispetto delle attuali disposizioni di tutela di salute. Il Coni, incaricato dal ministro per le Politiche giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora, ha chiesto alle Federazioni sportive nazionali, alle Discipline sportive associate e agli Enti di promozione sportiva di raccogliere elementi di valutazione, istanze ed esigenze di ciascun organismo sportivo riconosciuto in modo da produrre un documento di sintesi da porre a disposizione del ministro e del suo ufficio di gabinetto affinché si possano adottare le determinazioni più opportune.

L’emergenza epidemiologica sta mettendo a dura prova l’attività di Federazioni, Discipline sportive associate ed Enti di promozione e, soprattutto, la sopravvivenza di migliaia di associazioni sportive e società dilettantistiche che costituiscono la spina dorsale del movimento sportivo nazionale che dovrà affrontare nell’immediato futuro sfide non facili e complicate. A partire dalla necessità di assicurare la ripresa degli allenamenti e delle attività sportive, nel rigoroso rispetto delle precauzioni e delle misure imposte dalla straordinaria emergenza sanitaria in corso e tenuto conto delle specificità e della natura di ogni singola disciplina sportiva.

In particolare, il Coni ha chiesto ai vari organismi sportivi di fornire, entro il 23 aprile, le varie informazioni, segnalando, attraverso un apposito questionario, l’incidenza dei fattori di rischio per le diverse aree ed attività, legati al sito sportivo, al sito di allenamento, al sito di gara e all’eventuale presenza di pubblico.

Con il Paese che si prepara a fronteggiare la Fase 2, anche lo sport italiano vuole farsi trovare pronto, mettendo al primo posto la salute delle proprie atlete e dei propri atleti e di tutti i protagonisti coinvolti.

Il mondo del tiro è pronto per la possibile riapertura del 4 maggio. Luciano Rossi ha detto ad Armi e Tiro quattro giorni fa che: «Nella stagione in cui per le nostre 371 associazioni sportive, alle quali va data testimonianza di gratitudine per la loro dedizione e anche per la funzione sociale che svolgono, era il momento per raccogliere le risorse indispensabili appena per sopravvivere, perché già sono oggetto di persecuzione come ho denunciato più volte nel consiglio nazionale del Coni, con l’attività societaria e federale, questa devastazione crea una situazione pesantissima come mai nella storia era accaduto nella nostra federazione e anche nella nostra organizzazione sportiva. Le penseremo tutte e anche di più, il calendario è intenso e la stagione per noi si conclude nel mese di ottobre, per stare più vicini alle associazioni investiremo fino all’ultimo centesimo. In data 30 di marzo ho rappresentato al Coni la criticità della nostra situazione, pure in questa tragedia, di cui si intravede la luce del superamento. Qui ne va della preparazione olimpica, ma anche nel futuro della federazione più medagliata del Coni». Le pedane del Tiro a volo e del Tiro a segno consentono senz’altro anche il distanziamento sociale. Anche Igino Rugiero, commissario straordinario dell’Uits, alla fine si è convinto e ha scritto che “l’Unione italiana Tiro a segno, laddove il nuovo decreto governativo dovesse confermare la presenza di aperture nel senso da tutti auspicato, valuterà e proporrà delle modalità di svolgimento dell’attività sportiva nazionale e di alto livello compatibile ed in linea con le prescrizioni stabilite dal governo. Analogamente alla eventuale possibilità della riapertura delle attività sportive, la Uits, e io in prima persona, riteniamo parimenti importante consentire la ripresa, da parte delle Sezioni, dell’attività “Istituzionale”, per cui valuterò, di concerto con il ministero dell’Interno, la predisposizione delle modalità e delle tempistiche di attuazione delle linee guida ministeriali per garantire che l’attività formativa, non appena autorizzata, sia svolta nella massima sicurezza possibile. Quanto sopra per garantire una ripresa senza ulteriori ritardi nella speranza di tutti noi che finalmente possa intravedersi la luce alla fine di questo terribile tunnel”.