L’investigatore privato si rinnova

Con il Decreto del Ministero dell’Interno del 1° dicembre 2010 n° 269, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14 febbraio 2011 (Supplemento ordinario n° 37/L), la figura dell’investigatore privato è stata notevolmente modificata

Con il Decreto del Ministero dell’Interno del 1° dicembre 2010 n° 269, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14 febbraio 2011 (Supplemento ordinario n° 37/L), la figura dell’investigatore privato è stata notevolmente modificata. Il moderno Sherlock Holmes d’ora in poi sarà un laureato (e avrà un tesserino di riconoscimento). Per ottenere la licenza è stato infatti introdotto l’obbligo di una laurea in alcune discipline: giurisprudenza, psicologia a indirizzo forense, sociologia, scienze politiche, scienze dell’investigazione, o economia. Sherlock sarà sempre aggiornato, ma con alle spalle un lungo praticantato: tre anni alle dipendenze di un’agenzia. Deve avere anche un “dieci” in condotta: il bravo “detective” è un cittadino modello. Non uno sbaglio, mai un precedente o una condanna. Altrimenti la licenza è revocata, con effetto immediato.
Non solo irreprensibile e colto, pure facoltoso. Per avere la licenza, gli investigatori dovranno versare una cauzione più alta: 20 mila euro, per cominciare, e 5000 euro per ciascuno dei sei ambiti di lavoro da trattare. Il prezzo si alza per le informazioni commerciali: altri 40 mila euro per essere autorizzati.
È la Prefettura che rilascia o revoca la licenza all’agenzia, ma alla Questura è delegata l’attività di verifica. La normativa sulla privacy è la bibbia dell’investigatore privato, così come il codice deontologico. Vietato intercettare e rivelare le informazioni raccolte ad altri se non al cliente, che deve sempre sapere chi si occuperà dell’indagine. Non possono fare perquisizioni, fermi, o violare proprietà private.
Il nuovo regolamento ha ufficialmente sdoganato un comportamento imprescindibile per l’investigatore privato. «fino a ora, secondo alcune interpretazioni rigorose della legge, il pedinamento era sanzionabile e consentito solo alle forze dell’ordine», dice il dirigente della sezione di polizia amministrativa Antonio Baglivo.