Le federazioni venatorie contro il ddl Amato

Anche le federazioni venatorie si sono scagliate contro i contenuti del disegno di legge che il ministro Amato ha consegnato in parlamento, per la revisione della normativa sui Porti d’arma. “Credevamo di doverci difendere solo dal ministro Pecoraro Scanio”, è l’amara considerazione del presidente Fidc Franco Timo, “ecco che invece arriva anche il suo collega Amato a crocifiggere i cacciatori e tutti gli sportivi che utilizzano armi da fuoco. I punti più inaccett… Anche le federazioni venatorie si sono scagliate contro i contenuti del disegno di legge che il ministro Amato ha consegnato in parlamento, per la revisione della normativa sui Porti d’arma. “Credevamo di doverci difendere solo dal ministro Pecoraro Scanio”, è l’amara considerazione del presidente Fidc Franco Timo, “ecco che invece arriva anche il suo collega Amato a crocifiggere i cacciatori e tutti gli sportivi che utilizzano armi da fuoco. I punti più inaccettabili sono soprattutto quelli contenuti nell’art. 5 del ddl che vanno a cambiare l’art. 43 del Tulps. Aumentare la cadenza della verifica dell’idoneità psicofisica a tre anni e affidarla a una commissione composta anche da uno psichiatra servirà solo ad aumentare la burocrazia, scoraggiando i tanti cittadini cacciatori e tiratori che già si sentono vittime dello Stato, senza raggiungere lo scopo preposto. Come è possibile, infatti, giudicare tale idoneità meglio del medico di famiglia con il certificato medico-anamnestico e del medico legale? La persecuzione nei confronti di chi usa armi sportive per attività ludiche non guarda al colore politico del governo vigente, e sia in tema ambientale, sia di pubblica sicurezza le legislazioni vengono modificate in senso punitivo solo sulla scorta delle emozioni, senza pensare alle pesanti ricadute in termini sociali ed economici delle nuove misure”. Dello stesso avviso Marco Ciarafoni, presidente del consiglio nazionale Arcicaccia: “La sicurezza dei cittadini ci sta molto a cuore, ma perché la sicurezza sia garantita al massimo livello non possono essere le emozioni del momento e tanto meno valutazioni affrettate, anche se forzate dall’urgenza di dare risposte immediate, a guidare la mano del legislatore allorché decide di affrontare un tema così importante. Il disegno di legge proposto dal ministro Amato non rende giustizia alle oneste categorie degli sportivi e dei cacciatori ancora una volta chiamati in causa per responsabilità che non hanno mai avuto. Eppure l’esperienza fallimentare del decreto Pisanu che solo qualche anno fa lanciò la scure contro i cacciatori imponendo una inutile e dispendiosa certificazione medica supplementare avrebbe dovuto consigliare gli estensori dell’attuale disegno di legge governativo ad assumere ben altre decisioni, a cominciare dalla necessità di responsabilizzare il medico di base”.