Le associazioni “si preoccupano” per il ddl

Le associazioni delle categorie produttive e le federazioni sportive e venatorie (Anpam, Assoarmieri, Cab, Fidasc, Fitav, Uits, Anlc, Arcicaccia, Enalcaccia, Fidc), si sono incontrate per discutere sul ddl del governo che si propone di modificare l’attuale legislazione. In seguito all’incontro è stato pubblicato un comunicato, nel quale si legge che “gli intervenuti, rappresentanti dell’intero settore economico e sportivo-ricreativo, hanno espresso viva preoccupaz… Le associazioni delle categorie produttive e le federazioni sportive e venatorie (Anpam, Assoarmieri, Cab, Fidasc, Fitav, Uits, Anlc, Arcicaccia, Enalcaccia, Fidc), si sono incontrate per discutere sul ddl del governo che si propone di modificare l’attuale legislazione. In seguito all’incontro è stato pubblicato un comunicato, nel quale si legge che “gli intervenuti, rappresentanti dell’intero settore economico e sportivo-ricreativo, hanno espresso viva preoccupazione per le norme contenute nel disegno di legge 3650 di revisione della normativa sul porto e la detenzione di armi poiché esse, se attuate, verrebbero a negare arbitrariamente a molti la possibilità di esercitare le connesse attività sportive e venatorie, con la conseguente rilevante ricaduta negativa in termini occupazionali, economici e sociali. Tali norme, infatti, ampliano a dismisura la discrezionalità delle Amministrazioni competenti nel rilascio delle licenze e nella frequenza delle certificazioni sanitarie, fino ad eliminare illegittimamente ogni garanzia del cittadino verso il possibile arbitrio del funzionario; violano le garanzie costituzionali sulla legalità del procedimento amministrativo; si pongono in sostanziale contrasto con princìpi base del codice di procedura penale e, infine, ampliano irragionevolmente la categoria di coloro i quali possono detenere e portare armi senza alcun controllo sulla loro salute fisica e mentale. Le norme proposte, peraltro, anche se attuate, non risolverebbero gli importanti problemi che vi sono alla base. Un documento di unanime e forte protesta sulla questione è stato inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, al Ministro della Difesa, al Ministro della Giustizia, al Ministro dell’Interno e al Ministro della Salute. Le organizzazioni e Federazioni firmatarie hanno mostrato meraviglia per il comportamento del Ministro dell’Interno, il quale non ha in nessun modo raccolto l’invito al dialogo formulato in giugno dai rappresentanti di milioni di cittadini elettori, operatori, sportivi, cacciatori e appassionati appartenenti all’ambiente armiero sportivo. Nel contempo, hanno espresso vivo scontento per la dimostrata inadeguatezza del Governo nel regolare il comparto, chiedendo un urgente incontro sulla questione con il Presidente del Consiglio dei Ministri, o con il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio”. Francamente, visto lo “spiegamento di forze”; ci saremmo aspettati una risposta un po’ più operativa. Ancora una volta, la montagna ha partorito il topolino. Forse sono gli appassionati a dover essere “fortemente preoccupati”…