L’Anuu migratoristi non ci sta

Con una nota a firma del presidente Marco Castellani, l’Anuu migratoristi ha comunicato l’avvio della mobilitazione decisa dall’esecutivo dell’associazione. Il documento dell’Anuu migratoristi stigmatizza il fatto “che la caccia, in Italia, viene presentata sempre e solo come un problema, mentre in realtà essa rappresenta una insostituibile risorsa per la collettività

Con una nota a firma del presidente Marco Castellani, l’Anuu migratoristi ha comunicato l’avvio della mobilitazione decisa dall’esecutivo dell’associazione. Il documento dell’Anuu migratoristi stigmatizza il fatto “che la caccia, in Italia, viene presentata sempre e solo come un problema, mentre in realtà essa rappresenta una insostituibile risorsa per la collettività: una risorsa sociale, economica e soprattutto ambientale e di conseguenza la vera faccia della caccia oggi non è sufficientemente o per nulla conosciuta dalla politica, dalle istituzioni, dai media e quindi dall’opinione pubblica. Invece la caccia, oggi, è una grande passione di alcuni al servizio di tutti, rappresentando l’unico concreto strumento di gestione e conservazione delle specie selvatiche e dell’ambiente, un presidio costante del territorio, una scuola di virtù civili, un sano esercizio fisico, socialità e solidarietà, uno strumento di conoscenza, progresso tecnologico e scientifico, cultura e tradizione, ma anche economia e occupazione”. Castellani ha quindi aggiunto: “ho voluto evidenziare bene a tutti che i cacciatori italiani non scendono in piazza per chiedere soldi, come invece fanno gli ambientalisti, ma ci mettono i loro, versando annualmente a Stato e Regioni qualcosa come circa mezzo miliardo di euro! Ho voluto precisare bene che i cacciatori italiani scendono in piazza solo per far conoscere a tutti la vera faccia della caccia, solo per chiedere rispetto e di poter godere degli stessi diritti e degli stessi doveri dei loro colleghi europei grazie a una nuova legge che, finalmente, corregga le storture di quelle attuali e ad un sistema istituzionale, Regioni, Ispra e Tar compresi, che finalmente sappia svolgere il proprio ruolo in modo oggettivo, bandendo ogni forma di prevenzione e strumentalizzazione della materia, salvaguardando – nel pieno rispetto delle direttive comunitarie – le cacce tradizionali del nostro Paese così come tranquillamente già avviene in tutta Europa”.

 

Il comunicato è stato inviato alla presidenza del consiglio, ai ministri, ai parlamentari, ai presidenti delle regioni, ai consiglieri regionali, ai Presidenti delle Amministrazioni Provinciali, agli Assessori provinciali, all’Anci (Associazione dei comuni italiani) e ai principali media del Paese.