La questione (irrisolta) delle armi non letali

In questi tempi di grande attualità per i temi della legittima difesa, è interessante il punto di vista del collega Filippo Facci espresso su un articolo di Libero: perché non rendere più accessibili almeno le armi non letali? Il collega giornalista Filippo Facci ha pubblicato su Libero un articolo nel quale osserva la sperequazione tra la normativa italiana e quella degli altri Paesi europei nei confronti delle cosiddette armi non letali, come possono essere per esempio gli strumenti che sparano palle in gomma. "Procurarsi un’arma finta è complicato come acquistarne una vera, e non si capisce perché. Il potere deterrente di queste armi sarebbe indubbio: un malintenzionato che ti entrasse in casa non distinguerebbe una pistola falsa da una vera, mentre nel caso di armi stordenti si potrebbe evitare il rischio di uccidere o l’angoscia di rientrare nei crismi della legge sulla legittima difesa", osserva Facci. Seppur alcune affermazioni non siano a nostro avviso condivisibili (non siamo, in particolare, d'accordo sul fatto che avere una scacciacani a salve sia di per sé consigliabile, specialmente se l'aggressore è invece armato con una pistola vera), il problema di fondo è, tuttavia, indiscutibile: in Italia le alternative per l'autodifesa rispetto all'arma da fuoco sono poche, anzi pochissime, specie guardando ai Paesi a noi vicini, e in molti casi non sono utilizzabili efficacemente nella difesa all'interno della propria abitazione. Lo spray antiaggressione, per esempio, seppur effettivamente di libera vendita è pericoloso da utilizzare al chiuso, specialmente perché la normativa ammette la libera vendita solo di quei prodotti che nebulizzano il principio attivo e non hanno il cosiddetto "getto balistico". Gli storditori elettrici attualmente disponibili in Italia richiedono il contatto diretto tra chi li impiega per difesa e l'aggressore e, inoltre, la loro disciplina giuridica è confusa e spesso interpretata dalle forze dell'ordine in senso punitivo per il detentore. Dei cosiddetti "Taser" e delle armi non letali con proiettili di gomma, neanche a parlarne. Ma l'aspetto più assurdo e ingiustificabile è che lo stesso problema lo hanno le forze dell'ordine, alle quali solo recentemente è stato "concesso" di iniziare la sperimentazione sul campo degli spray antiaggressione, ma si è ancora ben lontani dalla distribuzione generalizzata (salvo alcune eccezioni come il carabiniere di quartiere).
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