La Lega alla camera sulla caccia

Durante i lavori delle commissioni per il decreto cosiddetto “competitività”, i deputati della lega Nord hanno espresso la loro posizione sulla caccia facendo approvare un importante ordine del giorno
Ieri è stato approvato alla camera dei deputati un ordine del giorno sulle armi e la caccia presentato da Stefano Borghesi della Lega Nord al decreto competitività in discussione. “Partendo dal principio che la caccia non è solo una tradizione culturale da difendere, ma un valore indispensabile di una filiera economica che fa parte dell’identità storica del nostro popolo e che produce reddito per decine di migliaia di persone. È stato ancora una volta espresso a gran voce ieri in aula dall’on. Paolo Grimoldi nella sua dichiarazione di voto e ribadita con questo odg dall’On. Stefano Borghesi – dice il bresciano Marco Bassolini, responsabile nazionale della Caccia per il Carroccio (nella foto) all'edizione onnline dell'Eco delle valli – che la posizione della Lega Nord è pronta a valutare ed accettare le richieste fatte dalla Ce per sanare l’infrazione 2014/2006, ma non ritiene accettabili compromessi al ribasso che risultano essere pretestuosi e non richiesti, né prescritti da nessuna normativa (Habitat ed Uccelli), ma semplicemente forzati di chi vuole mettere a rischio oltre che una passione come l’Ars Venandi, decine di migliaia di posti di lavoro
 
È bene ricordare che ancora oggi molte di queste industrie che danno lavoro a migliaia di famiglie hanno sede produttiva in Valtrompia, terra di origine dell’On. Stefano Borghesi, in quello che viene definito il distretto delle fabbriche di armi, dove viene realizzato il 50% circa del fatturato di settore. Inoltre – continua Bassolini – se aggiungiamo l’indotto legato alla gastronomia, riconosciuta ormai come un’arte così come la pittura, la poesia e la musica offre con la selvaggina agli amatori della buona tavola una serie di delicate sensazioni gustatorie e olfattive, tanto da essere considerata fra i piatti più prelibati provenienti da ‘madre natura’, è facile trovare un altro aspetto economico di sicuro valore e da difendere per garantire il proseguo di molti locali e ristoranti sparsi sul territorio nazionale. Le pratiche venatorie legate alle usanze popolari sono l’espressione di un notevole impatto sociale, culturale ed economico e vanno salvaguardate per consentire alle generazioni che verranno di conoscere questi aspetti, evitando la dispersione di alcune tradizioni rurali nate con l’uomo e vissute da secoli in perfetta simbiosi.
Ritengo che quando una cultura popolare rispecchia la storia di una comunità di persone, abbiamo l’obbligo di accettarne l’esistenza e rispettare i modi di vivere; questo sarebbe l’atto più coerente che il mondo politico e l’opinione pubblica dovrebbero esercitare anche nei confronti della caccia. Detto tutto ciò – continua – vorremmo chiarire che abbiamo ritenuto coerente e moralmente inaccettabile votare il testo dell’articolo 16 del DL così come emendato al Senato in quanto risulta per l’ennesima volta essere remissivo e pieno di compromessi al ribasso su roccoli, commercio di selvaggina viva e morta e limitazione dei colpi nei caricatori che nessuno in Europa ci sta chiedendo e ha mai chiesto come invece qualcuno vuole fare credere da Roma. L’unica cosa che la Ce aveva chiesto per sanare l’infrazione 2014/2006, ed era nello spirito del nostro emendamento, puntualmente bocciato in commissione sia alla camera che al enato, era in sostanza di emendare solo l’articolo 4 della legge n. 157 del 1992 introducendo un esplicito riferimento all’articolo 19-bis della stessa legge che recepisce l’art. 9 della direttiva. Prova accertabile di quanto affermiamo si può leggere nella relazione scritta del famoso incontro del 23 maggio del 2014 e chiamato ‘Pacchetto’”.
 
Odg ?alla Camera dei Deputati
 
• il settore delle armi e della filiera collegata alla passione venatoria riveste e rappresenta una notevole importanza dal quale ricavano il loro reddito migliaia di famiglie;
• più in generale l'industria armiera si pone come riconosciuto fiore all'occhiello di rilievo mondiale e settore sano dell'economia italiana con accertate potenzialità e margini di crescita. È stato confermato che anche nel 2013 per il settore armiero c’è stato un trend positivo di + 21 per cento di armi testate rispetto all'anno precedente;
• la figura del cittadino-cacciatore è presente quale figura attiva in tutte le associazioni di volontariato ed è parte attiva ed importante nella salvaguardia ambientale;
• la caccia alla piccola migratoria con uccelli da richiamo è una passione legata alle tradizioni culturali ed identitarie che fanno parte di una tradizione economica culturale fortemente radicata e rappresenta non solo una tradizione da difendere ma anche un vero e proprio presidio per la tutela degli habitat e dell'ambiente rurale, ormai messo a rischio dal progressivo spopolamento di pianura, collina e montagna;
• la dovuta e corretta applicazione delle normative nazionali ed europee non devono essere interpretate ideologicamente con metodo pretestuoso per bloccare l'attività venatoria e che sull'esempio di altre importanti nazioni europee, si possa con capacità, conciliare il rispetto delle normative comunitarie con il rispetto delle culture e tradizioni locali senza alcun pregiudizio di merito e con il giusto equilibrio;
• a giugno 2014 alla Camera dei deputati è stato approvato a larga maggioranza il testo dell'articolo 20 della legge europea bis che, modificando l'articolo 4 della legge 157/92 ed introducendo un esplicito riferimento alle disposizioni dell'articolo 19 bis della stessa legge, di fatto recepisce l'articolo 9 della direttiva 147/2009, rispondendo in modo esaustivo alle richieste della Commissione europea in ordine alla chiusura della procedura di infrazione n. 2014/2006;
    
Impegna Il Governo
 
a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa al fine di considerare l'opportunità, in un prossimo provvedimento, di una modifica dell'articolo 4 della legge n. 157 del 1992 riproponendo il testo contenuto nell'articolo 20 della Legge europea 2013-bis.