La guerra russo-ucraina accende il dibattito sulle armi in Polonia

La Polonia è testimone diretta del conflitto che si sta consumando ormai quasi da un mese tra Russia e Ucraina: oltre a ricevere centinaia di migliaia di profughi dal Paese confinante, la situazione d’attualità sta provocando inevitabili ripercussioni su molti livelli della società polacca. Da un lato, infatti, il ministro dell’istruzione Przemyslaw Czarnek ha annunciato che le scuole forniranno un addestramento alla difesa ed esercitazioni di tiro agli studenti a partire dal prossimo settembre. Ma è anche il possesso legale di armi in sé da parte dei cittadini a essere oggetto di dibattito, in senso meno restrittivo. Il partito repubblicano conservatore, infatti, chiede che le norme per l’acquisto e la detenzione di armi siano rese meno complesse e, soprattutto, che la procedura per l’autorizzazione al rilascio delle licenze in materia di armi siano più brevi, così come, anche, si chiede uno snellimento delle procedure per la realizzazione di nuovi poligoni di tiro. Si richiede, inoltre, una modifica della normativa sulla legittima difesa, al fine di garantire in misura superiore i legali detentori di armi che ne dovessero far uso per autodifesa. “La società polacca è pronta a formare vari tipi di organizzazioni, anche non governative, per difendere la patria”, ha dichiarato il deputato Arkadiusz Czartoryski, “presenteremo una proposta in parlamento e siamo aperti al dibattito”. Secondo i parlamentari contrari a queste proposte, l’accesso alle armi in Polonia già con l’attuale normativa non sarebbe difficoltoso e rendere più agevole l’accesso alle armi sarebbe una scelta poco responsabile.