La caccia in deroga in Lombardia

Via libera a maggioranza in commissione attività produttive presieduta da Carlo Saffioti (FI-PdL) al provvedimento che disciplina le regole per l’esercizio dell’attività venatoria lombarda per la stagione 2009-2010, frutto dell’abbinamento dei due distinti progetti di legge presentati rispettivamente dal PdL (Ligasacchi, Saffioti, Macconi, Peroni) e dalla Lega Nord (Frosio, Rizzi). Il progetto di legge sarà ora sottoposto al voto definitivo in Consiglio regionale ne… Via libera a maggioranza in commissione attività produttive presieduta da Carlo Saffioti (FI-PdL) al provvedimento che disciplina le regole per l’esercizio dell’attività venatoria lombarda per la stagione 2009-2010, frutto dell’ abbinamento dei due distinti progetti di legge presentati rispettivamente dal PdL (Ligasacchi, Saffioti, Macconi, Peroni) e dalla Lega Nord (Frosio, Rizzi). Il progetto di legge sarà ora sottoposto al voto definitivo in Consiglio regionale nella seduta di fine luglio successiva alla sessione di bilancio. Rispetto all’ultima stagione venatoria, la novità principale quest’anno sta nella possibilità di cacciare anche le specie pispola e prispolone per un numero complessivo massimo di 55 mila esemplari per ciascuna delle due specie (20 capi giornalieri massimi e 50 stagionali per ciascun cacciatore). Su indicazione del Tavolo interprovinciale della caccia, riunitosi alla presenza di tutte le associazioni venatorie e dei consiglieri regionali Carlo Saffioti, Pietro Macconi, Vanni Ligasacchi, Giosuè Frosio e Monica Rizzi, via libera anche all’inserimento del frosone tra le specie cacciabili, per un numero complessivo massimo di 28 mila esemplari (5 giornalieri, 25 stagionali). Il progetto di legge autorizza inoltre per le peppole un prelievo massimo pari a 123.895 esemplari e per i fringuelli pari a 711.009 capi, effettuabile esclusivamente da parte dei cacciatori autorizzati e in possesso della scheda di monitoraggio. Ciascun cacciatore potrà prelevare un numero massimo di 20 capi al giorno e 100 nell’arco dell’intera stagione per la specie fringuello, 5 capi al giorno e massimo 25 stagionali per la specie peppola. Per gli esemplari appartenenti alla specie storno, si autorizza un prelievo massimo di 249.639 esemplari; di questa specie, sarà possibile cacciare 20 capi al giorno e in ogni caso non più di 100 nell’intero arco stagionale. Questi ultimi numeri, invariati rispetto all’ultima stagione venatoria, sono il risultato e la conseguenza dell’incontro tecnico tenutosi lo scorso anno a Roma con i rappresentanti dell’INFS dove all’unanimità dei presenti, nel pieno rispetto delle direttive comunitarie vigenti, erano stati elevati i valori medi delle quantità di fringuello e peppola cacciabili, passando dall’1% (valore di riferimento precedente) all’attuale 3% del quantitativo di esemplari viventi della specie, mentre per lo storno si era passati dall’1% al 2%. Va ricordato che la Commissione europea ammette un prelievo compreso tra l’1 e il 5 per cento. La caccia allo storno e al fringuello sarà consentita dalla terza decade di settembre al 31 dicembre, la caccia alla peppola, al frosone e alla pispola dal 1° ottobre al 31 dicembre, mentre al prispolone dal 2 settembre al 15 ottobre solo da appostamento fisso. Forti critiche sono state espresse da Marcello Saponaro (Verdi), che ha lamentato come «ogni anno in questo periodo la Regione Lombardia approva provvedimenti per consentire di cacciare alcune specie di volatili in deroga alle normative europee. Tutto ciò viene fatto contro le Sentenze di Tar, Consiglio di Stato, Corte costituzionale e sotto la minaccia di una formidabile multa della Corte di giustizia dell’Unione europea. Ma il fatto nuovo è una delibera del 22 dicembre 2008 dove il presidente Formigoni dice chiaramente che sulla caccia in deroga “è necessario evitare qualunque iniziativa legislativa di Regione Lombardia”. Malgrado tutto ciò, oggi l’intera maggioranza ha approvato un progetto di legge sulla caccia in deroga contravvenendo bellamente all’ordine di Formigoni». La Commissione ha inoltre licenziato il provvedimento (relatore Giosuè Frosio, Lega Nord) che consente l’utilizzo di richiami vivi della stessa specie, purché provenienti da allevamenti in cattività o precedentemente catturati e inanellati dalle Province, e dalle stesse distribuite ai cacciatori. Complessivamente potranno essere utilizzabili a tale scopo 1.750 esemplari di allodola, 12.550 di cesena, 4.050 di merlo, 24.250 di bottaccio e 11.800 di sassello, per un numero complessivo di richiami pari in Lombardia a 54.400. La parte del leone spetta alla provincia di Brescia con 24.900 esemplari complessivi, seguita da Bergamo con 21.250 capi, Lecco-Sondrio con 4.950, Como con 1.500 e Mantova con 950.