La Brambilla vuol privatizzare la caccia

È questa l’accusa che le rivolge il Pd, dopo l’ennesima boutade della ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla. La più talebana degli animalisti ha, infatti, proposto di abolire per legge l’articolo 842 del codice civile, che consente ai cacciatori l’accesso ai fondi privati non recintati

È questa l’accusa che le rivolge il Pd, dopo l’ennesima boutade della ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla. La più talebana degli animalisti ha, infatti, proposto di abolire per legge l’articolo 842 del codice civile, che consente ai cacciatori l’accesso ai fondi privati non recintati. “L’atteggiamento della destra sui temi della caccia e dei diritti degli animali”, scrive Marco Ciarafoni, responsabile biodiversità e politiche faunistiche del Pd, “fornisce una penosa prova di gattopardismo: promettere strumentalmente che tutto cambi per fare in modo che tutto resti com’è. Il ministro Brambilla, utilizzando una delega che non possiede ma che gli deriva dall’assenza inquietante del ministro Galan, rilancia la campagna anticaccia utilizzando la richiesta di abrogazione dell’articolo 842 del codice civile che consente a determinate e rigorose condizioni, fissate dalla legislazione attuale, l’ingresso sui fondi privati per esercitare l’attività venatoria. Una richiesta demagogica poiché il suddetto articolo, insieme al principio della fauna patrimonio dello Stato, contenuto nella legge statale n. 157/92, consente al nostro Paese di mantenere un sistema pubblicistico che evita di assoggettare il patrimonio faunistico, bene collettivo, a interessi consumistici e prevalentemente mercantili. Allo scontro e al conflitto agitato dalla destra, che impediscono di fatto ogni serio confronto su aggiornamenti legislativi e di governance di cui nel campo della tutela della fauna e del benessere animale vi sarebbe davvero bisogno, il Pd risponde promuovendo, attraverso il Tavolo sulla Biodiversità, la concertazione, il confronto tra le parti sociali, per giungere a definire proposte condivise nell’interesse del Paese”.