Indagare le cause con obiettività

Chris Harper Mercer, il killer dell’Umpqua community college di Roseburg in Oregon, era probabilmente una mentalità disturbata. Ma in Oregon le università sono “guns free zone” e le leggi sulle armi sono più permissive che in altri Stati e, soprattutto, rispetto all’Europa

Bisognerebbe analizzare con obiettività gli avvenimenti per cercare di capire. Senza trarre la facile conclusione che ovviamente non ci piace, che le armi producano automaticamente violenza. Sono gli uomini che la producono.

Nelle sommarie ricostruzioni giornalistiche è venuto fuori che Chris Harper Mercer, il killer dell’Umpqua community college di Roseburg in Oregon, aveva 26 anni, non era uno dei circa 20 mila iscritti al college, ma collaborava a una produzione documentaristica con la scuola di arte drammatica dell’istituto. Era nato in Inghilterra, ma si era trasferito molto piccolo negli Usa, dove aveva frequentato una scuola per ragazzi con difficoltà di apprendimento. Era entrato nell’esercito nel 2008, ma solo un mese dopo ne era stato espulso. Viveva con la madre in un piccolo appartamento di Torrance, in California, ma spesso risiedeva a Winchester, in Oregon, non lontano dal college. I vicini di casa lo descrivono come un ragazzo molto introverso, che vestiva sempre alla stessa maniera, pantaloni verdi “combat” e anfibi militari. Aveva sempre la testa rasata e portava grandi occhiali da vista, così come compare nelle immagini dei vari profili social postate su Internet. Pare fosse un fan dell’Irish republican army e aveva acquistato cimeli del nazismo. Si definiva, tra i tanti profili, “non religioso ma spiritualista”, ma anche “conservatore repubblicano” e “contrario alle religioni organizzate”. Aveva 13 armi, sei delle quali aveva portato con sé per il suo folle gesto.

Perché ha ucciso 9 persone nel college? Forse semplicemente perché era una mentalità disturbata non certo perché pensava di farsi pubblicità. Doveva sapere di essere condannato alla morte, in un modo o nell’altro. Pare, anzi, che si sia tolto la vita da solo. Se il perché del folle gesto non si potrà forse mai conoscere, vero è che quel campus universitario, come la maggior parte negli Stati Uniti è una "guns free zone" dove cioè le armi non sono ammesse. L’Oregon, invece, contrariamente a molti altri degli Stati Uniti è uno Stato permissivo in fatto di armi: non occorre permesso per acquistare armi, nessuna registrazione è richiesta e occorre il porto d’armi solo per portare l’arma corta. Dunque, per chi, anche in casa nostra si esprime in parallelismi arditi o considerazioni infondate, occorre precisare che in Italia, in Europa, la situazione è molto diversa. Che, però, è difficile se non impossibile prevedere un attacco di follia.

Il presidente Barack Obama si è, in qualche modo, lavato le mani, addossando al colpa a chi (nello specifico, il partito repubblicano e la National rifle association) si è sempre opposto a leggi sull’onda dell’emotività e a limitazioni al diritto costituzionalmente garantito e tutto statunitense di portare le armi.