Il sondaggio Astra in Umbria con Rossi e Galan

A Perugia, nella sede del consiglio regionale nel Palazzo Cesaroni, il sociologo Enrico Finzi ha illustrato i dati generali, e quelli specifici per l’Umbria e la Toscana, rilevati attraverso lo studio da lui stesso curato per Astra ricerche “gli italiani e la caccia”. L’appuntamento è stato organizzato dai due soggetti che hanno commissionato l’indagine, ovvero il Comitato nazionale caccia e natura (Cncn) e le associazioni venatorie riunite in Face Italia (Federcaccia, Liberacaccia, Enalcaccia,

A Perugia, nella sede del consiglio regionale nel Palazzo Cesaroni, il sociologo Enrico Finzi ha illustrato i dati generali, e quelli specifici per l’Umbria e la Toscana, rilevati attraverso lo studio da lui stesso curato per Astra ricerche “gli italiani e la caccia”. L’appuntamento è stato organizzato dai due soggetti che hanno commissionato l’indagine, ovvero il Comitato nazionale caccia e natura (Cncn) e le associazioni venatorie riunite in Face Italia (Federcaccia, Liberacaccia, Enalcaccia, Anuu migratoristi), sostenuti nell’occasione dall’intergruppo parlamentare “Amici del tiro, della caccia e della pesca”.

«Appare chiarissimo», ha sottolineato il sociologo Enrico Finzi, «che qualora la pubblica opinione fosse resa largamente edotta del fatto che in Italia non è consentita la caccia ‘selvaggia’, il favore per l’attuale attività venatoria, in quanto responsabile e sostenibile, crescerebbe in misura consistente».

“I tour regionali, partiti proprio da Perugia con l’appuntamento del 26 novembre”, hanno dichiarato i promotori dell’indagine Cncn e Face Italia, “vogliono essere un contributo a questa evidente mancanza nel panorama dell’informazione nazionale e locale. Andando tra la gente, facendosi vedere e conoscere anche attraverso la più ampia e approfondita ricerca sociologica in materia mai condotta, i cacciatori italiani puntano a contrastare l’immagine distorta che finora, per comodità o per precisa volontà, ha sempre trovato più spazio nell’immaginario collettivo”.

«Abbiamo appoggiato questa iniziativa con convinzione», ha detto l’on. Luciano Rossi, presidente dell’intergruppo parlamentare Amici del tiro, della caccia e della pesca, «perché è evidente che finora della caccia si è parlato poco e male, nel senso che chi lo ha fatto spesso non conosceva affatto l’attività venatoria. I dati dell’indagine di Astra ricerche in questo senso sono illuminanti, sia sul favore per la caccia ben più alto di quanto da più parti si voglia far credere sia sulla obiettiva scarsa conoscenza in merito ai limiti e alle norme che la regolano».

La dichiarazione del ministro delle politiche agricole Giancarlo Galan: «Tutta la questione della caccia è oggetto di ipocrisie e falsità. Il problema non è caccia-si o caccia-no, abolirla in Italia significa infatti solo abolirla per chi non ha i mezzi per andarla a praticare all’estero visto che si pratica in tutto il mondo. Il problema è che va fatta bene, la legge che la regola è troppo vecchia e presenta norme ormai poco comprensibili. Ci vorrebbe una nuova caccia e una revisione europea delle norme e dell’elenco delle specie cacciabili, soprattutto ci vorrebbe il buon senso di tutti. Per esempio non è vero che la caccia sia un’attività in contrasto o a danno dell’agricoltura, esistono norme specifiche che vietano di andare a caccia in terreni coltivati o in determinati periodi della produzione agricola. Parliamo di una delle più grandi passioni degli uomini e quindi chiedo a quelli che non la condividono, che io rispetto, altrettanto rispetto per la caccia e per i cacciatori, troppo spesso descritti come delinquenti. E poi non ci dimentichiamo dell’orgoglio nazionale legato alla produzione di armi da caccia, da ogni parte del mondo ci sono richieste per i fucili italiani. La produzione italiana di fucili e munizioni da caccia è un settore di grandissimo valore ed entità che occupa migliaia di persone. Un esempio di Made in Italy di altissimo livello».

Dello stesso tenore la dichiarazione assessore regionale all’Agricoltura e Caccia, Fernanda Cecchini: «Si può e di deve andare a caccia, non è possibile immaginare un futuro in Umbria senza cacciatori perché rappresentano un presidio fondamentale per la natura e il territorio però la sicurezza deve diventare un obiettivo fondamentale. A tale proposito verranno indettiappuntamenti come la Conferenza venatoria regionale perché occorre fermarsi a riflettere oltre che sui lati positivi dell’attività venatoria anche sui temifondamentali della sicurezza. I dati dell’indagine Astra ricerche sono di particolare interesse soprattutto perché evidenziano una presenza di giovani più alta di quello che si pensava, e su questo si può lavorare, e offrono inoltre a noi amministratori strumenti di conoscenza utili per programmare gli interventi sul territorio».

 

I risultati della ricerca “Gli italiani e la caccia” dell’istituto Astra ricerche sono reperibili sul sito www.cncn.it e sui siti delle associazioni venatorie federate in Face Italia (www.federcaccia.org, www.anlc.it, www.enalcaccia.it, www.anuu.org).