Una interrogazione contro i rigori del Consiglio di Stato

Il senatore Franco Panizza, del Partito autonomista Trentino-tirolese, ha presentato una interrogazione parlamentare per cercare di mitigare i rigori del recente pronunciamento del Consiglio di Stato (16 luglio 2014), secondo cui le questure hanno l’obbligo di non rinnovare, o addirittura ritirare, il porto d’armi a soggetti che siano stati condannati per reati, anche nel caso in cui siano passati decenni (e sia quindi intervenuta la riabilitazione)

Il senatore Franco Panizza, del Partito autonomista Trentino-tirolese, ha presentato una interrogazione parlamentare per cercare di mitigare i rigori del recente pronunciamento del Consiglio di Stato (16 luglio 2014), secondo cui le questure hanno l’obbligo di non rinnovare, o addirittura ritirare, il porto d’armi a soggetti che siano stati condannati per reati, anche nel caso in cui siano passati decenni (e sia quindi intervenuta la riabilitazione). “Ci troviamo nella situazione di cacciatori che per una condanna scontata anche 30 anni prima, dopo una vita che hanno visto il rinnovo del porto d'armi, improvvisamente non se lo vedono più rinnovare", ha osservato il senatore. "Una persona che ha pagato i suoi conti con la giustizia è una persona perfettamente riabilitata e portatrice di tutti i diritti", ha spiegato il senatore nella nota che accompagna l'interrogazione, “compreso il diritto a possedere delle armi”. Dall'altro lato “è importante che le questure facciano tutte le verifiche del caso e se ci sono situazioni non propriamente chiare si faccia vincere un principio di prudenza”.