Il parere della I commissione al Senato

Anche la prima commissione del Senato ha approvato il proprio parere per il recepimento della direttiva: caricatori omologati alle "misure" europee e altri aspetti positivi, ma… Ieri sera anche la I commissione del Senato (affari costituzionali) ha approvato il parere per il recepimento della direttiva europea. Il documento, presentato dal presidente della commissione senatore Stefano Borghesi (in foto), presenta contenuti in gran parte differenti rispetto al documento approvato dalla commissione della Camera. In particolare, tra gli aspetti sicuramente positivi figurano i seguenti:
Specifica che la definizione di “munizione” debba essere precisamente quella della direttiva;
Suggerisce l’obbligo di informare i detentori di armi della necessità di presentare la documentazione medica periodica con un avviso che stabilisca un ulteriore termine di 30 o 60 giorni;
Dispone di omologare i limiti nella capacità del caricatore a quanto previsto dalla direttiva, cioè 10 colpi per le armi lunghe e 20 per le armi corte;
Specifica che il contratto a distanza non possa essere automaticamente vietato, bensì debba prevedere un controllo dell’identità della persona che acquisisce l’arma;
Chiarisce che il limite all’acquisto di munizioni durante la validità del porto d’armi non ha nulla a che vedere con la direttiva e, quindi, debba essere eliminato (e stabilisce che il famoso regolamento di esecuzione al decreto legge 306 del 1992, mai emanato, dovrà definire la durata dei limiti che il questore possa imporre all’acquisto di munizioni);
Amplia la definizione di tiratore sportivo, includendo gli iscritti alle federazioni Coni, alle federazioni degli altri Paesi Ue, gli iscritti al Tsn, gli appartenenti alle associazioni dilettantistiche affiliate al Coni, gli iscritti ai poligoni privati;
Vieta la retroattività dei limiti imposti dalla nuova disciplina sulle armi;
Consente l’invio della denuncia tramite Pec non solo alle questure ma anche alle stazioni Carabinieri;
Introduce la possibilità di trasportare le armi in collezione e utilizzarle;
Vieta di rifiutare automaticamente il rilascio di licenze in materia di armi a chi abbia subito condanne per i reati previsti dall’articolo 43 Tulps, se vi è stata riabilitazione;
Chiede che la detenibilità di armi A6 e A7 sia consentita anche ai collezionisti;
Amplia il numero di armi sportive detenibili da 6 a 12;
Chiede una riformulazione degli articoli 1 e 2 della legge 110/75, al fine di uniformare la definizione di armi da guerra e armi comuni da sparo alla normativa europea.
I punti critici sono invece i seguenti:
Chiede che i requisiti per la custodia delle armi siano resi uniformi su tutto il territorio nazionale (è positivo che questo venga sottratto alla discrezionalità di questori o prefetti, ma bisogna poi vedere quali siano i requisiti minimi stabiliti);
Chiede che il regolamento sui campi di tiro privati venga emanato entro il termine di entrata in vigore del recepimento, cioè il 14 settembre; questo è un punto di particolare criticità, atteso il fatto che le ultime bozze note di tale regolamento contenevano una normativa talmente draconiana da obbligare alla chiusura la maggior parte dei campi all’aperto nei quali si pratica il tiro dinamico.

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