Il Parco dello Stelvio non è più nazionale

É stato approvato il decreto legge che muta l’assetto del Parco dello Stelvio, la cui gestione sarà affidata alle Province autonome di Bolzano e Trento e alla Regione Lombardia. L’ente Parco è uno dei più antichi in Italia: è stato istituito nel 1935 al fine di tutelare la flora, la fauna, il paesaggio appartenentente al gruppo montuoso Ortles-Cevedale e di incentivare il turismo sostenibile nelle valli alpine di Lombardia, Trentino e Alto Adige

É stato approvato il decreto legge che muta l’assetto del Parco dello Stelvio, la cui gestione sarà affidata alle Province autonome di Bolzano e Trento e alla Regione Lombardia. L’ente Parco è uno dei più antichi in Italia: è stato istituito nel 1935 al fine di tutelare la flora, la fauna, il paesaggio appartenentente al gruppo montuoso Ortles-Cevedale e di incentivare il turismo sostenibile nelle valli alpine di Lombardia, Trentino e Alto Adige. Tuttavia il desiderio di maggior indipendenza da parte delle province autonome di Trento e Bolzano ha condotto ad avviare l’iter per la frammentazione del parco, ormai realtà. Nel corso di una trattativa a porte chiuse, il Comitato dei dodici l’organo paritetico di governo e province autonome di Trento e Bolzano – aveva firmato un decreto per sopprimere il Consorzio del Parco dello Stelvio entro 180 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento.

Il 22 dicembre arriva la notizia del passaggio definitivo al Consiglio dei Ministri dello smembramento: con questa decisione verrà così meno l’unitarietà della gestione del parco, sostituita da un comitato di coordinamento. Inoltre ogni provincia sarà libera di approvare proprie norme di tutela con leggi provinciali. Sarà possibile, per esempio, decidere di andarci a caccia, realizzare impianti di risalita sui ghiacciai o strade nel mezzo delle foreste. E Le Province autonome potranno anche modificare i confini del parco.

Già nella scorsa settimana le associazioni ambientaliste – Legambiente, Wwf, Lipu, Federparchi, Cipra Italia, Cipra Südtirol e Federazione protezionisti sudtirolesi – invitavano a riflettere prima di decidere della sorte di “un’area protetta unitaria di fondamentale importanza per la tutela della biodiversità e la valorizzazione dei territori dello spazio alpino”. Le associazioni sottolineavano inoltre che “Cancellare l’unitarietà della gestione significa permettere la trasformazione del Parco nazionale in un patchwork di aree amministrate e normate in modo assolutamente indipendente”.

Severo arriva il monito di Wwf: “Il Governo abbia il coraggio di togliere la dicitura Nazionale al parco dello Stelvio. Una operazione questa che si ammanta di un forte sostegno alle autonomie ma che costituisce un precedente pericolosissimo che potrebbe essere ripetuto in altre realtà sotto la spinta di interessi localistici e particolaristici non sempre coerenti con la finalità di tutela dell’ambiente di competenza statale, come stabilito dalla Costituzione”.

Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, si appella al buon senso degli organi di competenza: “Il decreto dovrà ora essere firmato dal presidente della Repubblica e, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, diventerà efficace. É un provvedimento incostituzionale. La Lombardia vivrà dell’elemosina delle province autonome”. Questo perché alla Regione Lombardia sarà dato un indennizzo in quanto ospita oltre metà della superficie del parco ed è praticamente rimasta fuori da ogni trattativa in merito alla sorte dell’ente.