Il mistero dell’Akv-521

Progettato nel 2020, mostrato successivamente in forma prototipica, il Kalashnikov Akv-521 risulterebbe entrato in produzione nel 2021: le sanzioni alla Russia tuttavia, lo hanno in qualche modo bloccato e ristretto al mercato interno, ragion per cui è poco noto nel mondo occidentale.

Destinato ufficialmente al mercato civile, avrebbe però origine da richieste di alcuni organi di sicurezza ed enti militari: mescola insieme caratteristiche sia di armi civili sia delle versioni militari Ak, più soluzioni uniche su questo modello.
Innanzitutto, caso singolare, impiega un castello superiore monolitico abbandonando il classico coperchio di culatta amovibile, abbinato a un nuovo semicastello inferiore a cui è incernierato tramite due perni passanti prigionieri al fusto. Soluzioni certo valide ma che non sembrano aver colpito più di tanto i militari per una adozione di massa: eppure, è indubbio che questa versione sia di fatto superiore come costruzione e benefit derivanti, rispetto l’attuale Ak-12.

Non solo: l’Akv-521 (Akb-521 in cirillico) è dotato di manetta di armamento (sempre di tipo reciprocante) spostata sul lato sinistro e dotata di sportellino parapolvere a molla con movimento a ghigliottina: simile a quello utilizzato sui fucili Fn Fnc o Iwi Galil Ace. Particolarmente robusto il nuovo castello superiore, che nella parte della culatta ha uno spessore di 1,5 millimetri. La parte superiore della linea di mira è interamente percorsa da una slitta Picatinny da 35 slot. Viene abbandonata sul lato destro la classica lunga leva selettrice, rimpiazzata adesso da una nuova e più congrua levetta facilmente azionabile senza abbandonare l’impugnatura. La calciatura polimerica ribaltabile e regolabile, appare presa dalle ultime versioni dell’Ak-12, come anche la nuova mira posteriore amovibile, di tipo a diottra ma appoggiata su disco o tamburo, regolabile. Mantiene anche l’impugnatura polimerica della prima versione  adottata dell’Ak-12: premendo il  pulsantino centrale si svincola il tappo inferiore che contiene alcuni attrezzi di pulizia.  Cambia anche il sistema di smontaggio: abbiamo infatti un nuovo pulsante di sgancio posteriore che ricorda quello dell’Ak-47 e non il sistema impiegato sui più recenti Ak-12. Per procedere allo smontaggio ordinario, bisogna prima sfilare il perno di smontaggio posteriore, premere il pulsante di sgancio del castello posto dietro la culatta, ribaltare in apertura il castello superiore, sfilare molla e porta otturatore posteriormente: quest’ultimo processo è simile a quello dell’Ak-47 e con identiche parti meccaniche. L’Akv-521 viene offerto in 3 calibri: 7,62×39, 5,45×39 con canna di 415 millimetri (16,3 pollici) e in .223 Remington con canna lunga 345 millimetri (13,5 pollici), particolare e di nuovo tipo anche lo spegnifiamma: più corto che negli Ak-12.
Il castello adesso monolitico offre indubbiamente nuovi vantaggi, come maggior rigidità e la possibilità di montaggio di ottiche di visione notturna addizionali ad altre ottiche installate. Inoltre è possibile ribaltare il semicastello superiore per estrarre il porta otturatore, riposizionare poi il tutto senza perdere lo zero delle ottiche. Miglioramenti non solo costruttivi ma anche ergonomici, come la nuova leva selettrice e il riposizionamento della manetta di armamento a sinistra.
Il successore dell’Ak-47/Ak-74 ha visto numerose trasformazioni nel tempo, una difficile adozione (Ak-12) e non finisce ancora di evolversi: note le attitudini pragmatiche e conservative dei russi, questo stupisce. Non è che per caso si stanno “occidentalizzando” un po’ troppo?