Il ministero “resuscita” il catalogo?

Il ministero degli Interni ha messo a punto la bozza di una circolare che dovrebbe colmare il vuoto normativo causato dall’abolizione del catalogo nazionale, finché non siano messe a punto norme di legge capaci di riorganizzare la materia. La bozza di circolare che abbiamo potuto esaminare, però, fa venire i capelli bianchi

Il ministero degli Interni ha messo a punto la bozza di una circolare che dovrebbe colmare il vuoto normativo causato dall'abolizione del catalogo nazionale, finché non siano messe a punto norme di legge capaci di riorganizzare la materia. La bozza di circolare che abbiamo potuto esaminare, però, fa venire i capelli bianchi: perno focale di tutto il discorso, la considerazione che "l'abolizione del catalogo nazionale, evidentemente dettata da esigenze di semplificazione connesse alla esportazione delle armi prodotte in Italia, non fa venir meno la potestà di accertamento, che si fonda su ragioni di ordine e sicurezza pubblica e di tutela dei terzi acquirenti, sulla qualità di arma comune". Ora, o c'è qualcuno che proprio non ci arriva, o c'è qualcuno che fa finta di non capire: la procedura di infrazione che l'Unione europea aveva intrapreso a causa del catalogo nazionale era legata all'inaccettabile restrizione nella libera circolazione delle merci IN USCITA dall'Italia e IN ENTRATA. Ripristinare un vaglio da parte della commissione consultiva centrale su tutte le armi che si intendono commercializzare in Italia significa negare l'abolizione del catalogo nazionale e, quindi, prevaricare la decisione dell'autorità legislativa legittima (il Parlamento). Ma il ministero, già che c'è, vuole andare anche oltre, predisponendo un controllo anche sui fucili a canna liscia. In sostanza, le uniche armi che sarebbero escluse dal vaglio preventivo del ministero sarebbero unicamente i fucili a colpo singolo, le doppiette e i sovrapposti. Tra l'altro, non si capisce a che pro dover sottoporre anche le armi corte al vaglio del ministero, visto che gli unici due requisiti richiesti sono la capacità massima del caricatore pari a 15 colpi e il divieto di commercializzazione per il 9 parabellum. Ancora una volta, il ministero ha colto al volo l'occasione di complicare le cose semplici, con l'apparente solo scopo di riappropriarsi di una potestà burocratica che l'Europa e il Parlamento (seppur, quest'ultimo, in modo criminalmente dilettantesco) hanno inteso togliergli. In mezzo, a far da incudine, produttori e importatori e, naturalmente, gli appassionati. Quest'atto dovrebbe, in teoria, essere discusso con le associazioni di categoria, speriamo che si possa e si riesca a eliminare gli aspetti più assurdi e inutilmente vessatori. Qui sotto, in allegato, il testo integrale del provvedimento.