Il “blitz” d’addio del ministro Brambilla

Secondo quanto riportato dal Fatto quotidiano, l’ex ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, che sarà ricordato come il più anti-caccia tra i ministri della Repubblica italiana, avrebbe cercato di compiere un “blitz” poco prima di dimettersi per la caduta del governo, assegnando un incarico d’oro al direttore dell’Enit, Paolo Rubini

 

Secondo quanto riportato dal Fatto quotidiano, l’ex ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, che sarà ricordato come il più anti-caccia tra i ministri della Repubblica italiana, avrebbe cercato di compiere un “blitz” poco prima di dimettersi per la caduta del governo, assegnando un incarico d’oro al direttore dell’Enit, Paolo Rubini. Il direttore dell’Enit avrebbe più che raddoppiato i suoi guadagni nel giro di due anni, passando da 190mila a 400mila euro, proprio in un momento di austerity in cui i cittadini sono costretti a pagare di tasca loro gli sprechi dei politici.

Caterina Cittadino, capo del dipartimento per lo Sviluppo del ministero, avrebbe però avuto il coraggio di dire di no all’ordine della Brambilla, trasmesso attraverso Claudio Varrone, capo di gabinetto. In pratica il ministro avrebbe cercato di destinare 130mila euro all’anno a Rubini e a Mario Resca, amico personale di Silvio Berlusconi, per i loro incarichi di consigliere delegato e presidente di Convention Bureau, un’azienda pubblica creata dall’ex ministro. In teoria la società doveva favorire il turismo legato ai convegni, ma in realtà secondo Il Fatto Quotidiano si sarebbe rivelato un inutile spreco di fondi pubblici, che si è sommato a quello di Enit, partito con un finanziamento da circa 7 milioni di euro, e che è riuscito ad andare in passivo per 567mila euro nell’arco di tre mesi.