Il bando del piombo è realtà: cosa accadrà in Italia?

Bocciata anche la risoluzione Dreosto sul bando del piombo nelle zone umide: quali sono adesso i risvolti per l’Italia?

Una sconfitta annunciata quella del voto contro il Regolamento Ce sul bando nel piombo nelle zone umide. Lo annuncia il gruppo Lega con Dreosto, Campomenosi, Casanova e Da Re in testa. “Qualche deputato ha lamentato pretestuosamente una divisione politica per il fatto che sono state presentate due obiezioni separate. Fa sorridere il fatto che questo accada sempre dopo il voto e non certo per il volere della Lega, la prima che ha chiesto comunione d’intenti sin dal primo momento e alla vigilia del voto in Commissione Ambiente, ottenendo come risposta un secco no”, ha precisato Marco Dreosto, primo firmatario della Risoluzione. “Ppe, Ecr e Renew, tre gruppi politici che hanno manifestato obiezione dopo di noi, ci hanno invece indirettamente aperto la possibilità di convergere su una proposta politicamente meno “ingombrante”, che abbiamo deciso in maniera lungimirante di sostenere – ha spiegato il Capo delegazione Marco Campomenosi – cosí da avere un doppio punto di forza: da una parte più Gruppi evidenziano la necessita di un cambiamento, maggiore è l’attenzione che la Commissione dedica al problema, dall’altra si è offerto ai parlamentari una doppia possibilità, lavorando per convergere sulla prima obiezione, esattamente com’è stato fatto. Per questo un’unica proposta avrebbe preso meno voti, ma non mi stupisco che molti non abbiano capito, non conoscendo a pieno la politica nelle sue tortuose dinamiche”. A Campomenosi fa eco Massimo Casanova, riferimento delle doppiette del Sud Italia: “Noi della Lega assieme ai colleghi francesi siamo stati gli unici a votare sempre a favore delle obiezioni, sia in commissione ambiente, sia in plenaria, dimostrando di avere a cuore la tematica venatoria a 360 gradi, indipendentemente dai colori politici” . Un sassolino dalla scarpa se lo toglie anche il veneto Gianantonio Da Re: “Stupisce che adesso proprio coloro che hanno deciso di correre da soli, lamentino una mancata coesione. Mi è dispiaciuto constatare invece che anche alcuni deputati cacciatori, appartenenti a gruppi politici molto distanti dal nostro ma addirittura sostenitori dell’intergruppo caccia, abbiano votato contro, dimostrando così la propria incoerenza”.

Contrari come sempre i 5 stelle e la sinistra, per non parlare della compagine verde Nord europea, particolarmente radicale, molto ben rappresentata e supportata dalle lobby ambientaliste. Praticamente impossibile raggiungere il risultato nel Parlamento Europeo più verde della storia e vicino alla verdissima Commissione europea. I parlamentari del carroccio ribadiscono ancora di pùú il proprio impegno nel portare avanti situazioni a favore della caccia, ringraziando tutti i tecnici, i colleghi e le associazioni venatorie e sportive, che in questi mesi hanno lavorato per cercare di strappare un risultato. Dopo il 5 dicembre la Commissione potrà pubblicare il Regolamento sulla gazzetta europea che diverrà immediatamente esecutivo, ma le cui disposizioni saranno applicabili dopo 24 mesi.

Gli Stati membri potranno solo emanare linee guida di recepimento per la conseguente applicazione del Regolamento. Ad attendere al varco il Governo italiano sulla questione, considerato che ha sostenuto più volte il Regolamento all’interno del comitato Reach, i parlamentari della lega, in primis Francesco Bruzzone, che pretende “indicazioni chiare per identificare le zone umide, scongiurando una campagna persecutoria nei confronti dei cacciatori per il semplice porto delle munizioni in piombo”.