I conti in tasca alla difesa

Secondo quanto riportato dallo speciale Economy di Panorama, il bilancio dei militari italiani sarebbe a rischio collasso. Nel 2008 la spesa pubblica destinata al comparto difesa è stata di 14,8 miliardi, pari allo 0,96 per cento del Pil, contro una stima ottimale dell’1,1-1,2 per cento e contro una media europea di poco inferiore al 2 per cento. E non andrà meglio nei prossimi anni: per il 2009 lo stanziamento sarà di 14,3 miliardi, di 13,8 per il 2010 e di 12,9 per… Secondo quanto riportato dallo speciale Economy di Panorama, il bilancio dei militari italiani sarebbe a rischio collasso. Nel 2008 la spesa pubblica destinata al comparto difesa è stata di 14,8 miliardi, pari allo 0,96 per cento del Pil, contro una stima ottimale dell’1,1-1,2 per cento e contro una media europea di poco inferiore al 2 per cento. E non andrà meglio nei prossimi anni: per il 2009 lo stanziamento sarà di 14,3 miliardi, di 13,8 per il 2010 e di 12,9 per il 2011. Sul totale della spesa annua, nel 2008 gli stipendi per il personale hanno pesato per il 59,1 per cento, le spese di gestione per il 17,3 per cento e il restante 23,6 per cento è da attribuire agli investimenti. Una voce di spesa importante sono sicuramente le missioni all’estero (destinata ad aumentare, visto l’annuncio di incrementare la presenza in Afghanistan), così come le operazioni “strade sicure” e “città pulite”, per le quali il governo aveva preventivato uscite per 120 milioni di euro. Proprio l’impiego dei militari per il presidio del territorio nazionale ha attirato le maggiori critiche: «Con quei soldi», ha commentato Pasquale Varone, delegato del Cocer delle forze armate, «si sarebbero potuti mettere a budget 3 mila nuovi carabinieri, oppure incrementare gli straordinari, che sono fermi a 70 ore annue contro una media italiana di 170. O, ancora, stipendiare ed equipaggiare meglio i reparti». In effetti, l’arma dei carabinieri ha sofferto di una diminuzione del 15 per cento del budget negli ultimi tre anni: molte stazioni sono costrette alla chiusura pomeridiana e serale e alcuni investimenti previsti, come la creazione di nuove sedi dei Ris a Genova e Bari sono stati rinviati. L’organico è sotto di 6 mila unità rispetto all’ottimale operativo di 118 mila effettivi e ogni anno i congedi superano le nuove assunzioni. Secondo i dati forniti dalle rappresentanze interne, 44 mila militari dell’arma sarebbero al di sotto della soglia di povertà.