Hollywood si (ri)schiera contro le armi

George Clooney dona 500 mila dollari a favore della marcia contro le armi che si svolgerà a Washington e trova emuli a Hollywood. Peccato che molte carriere di questi attori siano fondate proprio su un uso "spregiudicato" delle armi… Ad aprire la classifica è stato George Clooney che, insieme alla moglie Amal, ha deciso di donare 500 mila dollari a favore della manifestazione che si svolgerà a Washington il 24 marzo per chiedere il rafforzamento dei controlli sulle armi da fuoco. Ma anche altri attori famosi di Hollywood, nonché la celebre presentatrice Oprah Winfrey, hanno deciso anche loro di contribuire con donazioni in denaro a favore dell’iniziativa. "La nostra famiglia sarà presente il 24 marzo a fianco di questa generazione incredibile di giovani venuti da tutto il Paese e, in nome dei nostri figli Ella e Alexander, doniamo 500mila dollari per aiutare a finanziare questo evento. Da questo dipende la vita dei nostri figli", ha dichiarato Clooney. Si sono impegnati a versare la stessa cifra Oprah Winfrey, il regista Steven Spielberg e la moglie (attrice) Kate Capshaw, il produttore cinematografico Jeffrey Katzenberg con la moglie Marilyn. La lista è destinata ad allungarsi. "I giovani studenti in Florida e ora attraverso il Paese stanno già dimostrando la loro leadership con una fiducia e una maturità che smentisce la loro età", hanno sottolineato gli Spielberg, applaudendo "i loro sforzi di prendere una posizione a beneficio di questa e delle future generazioni".
L’iniziativa è senz’altro lodevole e ispirata a nobili princìpi, l’unica nota stonata è rappresentata dal fatto che sia proprio l’establishment di Hollywood a schierarsi contro le armi, quando molta parte delle fortune degli attori che oggi (e non solo oggi) si schierano contro le armi, proprio grazie a film che hanno esaltato un utilizzo perlomeno spregiudicato delle armi hanno potuto costruire la propria fama e fortuna (specialmente economica…). Un po’ come dire, “fate ciò che dico, ma non ciò che faccio”. Decisamente, la peste dei nostri tempi si chiama ipocrisia…