La manutenzione degli scarponi

Giunti alla fine della stagione venatoria è opportuno dedicare un po’ di tempo alla cura dell’attrezzatura per la caccia. Una guida passo per passo il più possibile completa per la manutenzione delle calzature tecniche, dalla pulizia alla cura delle superfici

Anche quest’anno, nonostante le incertezze e gli stop forzati dettati dall’emergenza Covid19, la stagione venatoria è arrivata alla sua conclusione. Inizia ora un lungo periodo di preparazione, di allenamento sui campi di tiro e nelle zone addestramento cani, un conto alla rovescia fino alla fatidica terza domenica di settembre. È il momento adatto anche per dedicarsi alla pulizia e alla manutenzione dell’attrezzatura, delle armi, ma anche di abbigliamento e calzature tecniche.

Gli scarponi, spesso sottovalutati, sono forse gli accessori più importanti per il cacciatore, la prima voce nella “lista della spesa” di un neofita, senza i quali difficilmente è possibile portare a termine con successo una giornata di caccia. Scarponi di qualità, pur costando cifre considerevoli, sono destinati ad accompagnare il cacciatore per numerose stagioni venatorie, rivelandosi un vero e proprio investimento per il futuro. Tuttavia, anche lo scarpone più costoso e performante necessita di periodici interventi di manutenzione e pulizia, per preservarne più a lungo le qualità e garantire sempre il massimo delle performance.

Ho approfittato della fine della stagione di caccia per occuparmi dei miei Crispi Nevada legend gtx, gli scarponi che mi accompagnano fedelmente da ormai cinque anni, su tutti i terreni e in tutti i miei viaggi di caccia e che, devo ammetterlo, difficilmente mi ricordo di pulire durante la stagione venatoria. Vediamo, quindi, come riportare degli scarponi decisamente maltrattati al loro originale splendore in pochi e semplici passi.

Per iniziare, la cosa più importante da fare è rimuovere i lacci, in modo da poter pulire efficacemente tutta la superficie della calzatura e poter rimuovere lo sporco che si accumula nella piega anteriore della tomaia. Una volta rimossi i lacci è bene verificarne le condizioni e l’integrità, poiché un paio di lacci usurati è l’ultima cosa che si vorrebbe avere con sé durante una giornata di caccia impegnativa. Qualora si riscontrassero danni ai lacci è opportuno provvedere alla loro sostituzione e, in ogni caso, non sarebbe male averne sempre nello zaino un paio di scorta, per ogni evenienza. Insieme ai lacci è bene rimuovere anche le solette interne, per evitare che si inumidiscano e per verificarne lo stato. In presenza di usura significativa, anche in questo caso, è consigliabile sostituirle.

A questo punto è giunto il momento di iniziare la pulizia vera e propria, cioè di rimuovere le incrostazioni di fango e terriccio presenti sullo scarpone. Prima di iniziare questa fase è opportuno valutare la struttura della calzatura e i materiali di cui è composta. La suola è sempre e comunque in gomma, con un cordone di protezione laterale, più o meno esteso, sempre in gomma. La tomaia può essere in pelle o sintetica, con o senza membrana interna impermeabile. Nel mio caso la tomaia è in pelle, con membrana interna impermeabile in Goretex. Per la pulizia, quindi, è opportuno dotarsi di due spazzole, una con setole più morbide e una, invece, con setole più rigide. La prima è idonea alla pulizia della tomaia, rimuovendo le incrostazioni senza danneggiare la superficie della pelle, mentre la seconda può essere utilizzata per rimuovere il fango da suola e profilo in gomma.

Se, come nel mio caso, gli scarponi sono particolarmente sporchi, è possibile effettuare l’operazione sotto un getto di acqua fredda, purché la calzatura sia provvista di membrana impermeabile. In caso di sporco particolarmente persistente si può utilizzare anche un sapone neutro, evitando assolutamente l’utilizzo di altri detergenti che possano rivelarsi aggressivi. In caso, invece, di calzature non impermeabili, ci si dovrà limitare a un’accurata spazzolatura e, al limite, a una pulizia delle superfici con un panno leggermente umido.

Particolare attenzione deve essere dedicata anche alla pulizia del battistrada, quindi della parte inferiore della suola, che entra direttamente in contatto con il terreno. Si tratta della parte più importante della calzatura, la più soggetta a usura e quella che garantisce la tenuta anche sui terreni più impervi. Bisogna verificare attentamente lo stato di usura dei tasselli, un po’ come si fa periodicamente con il battistrada degli pneumatici delle auto, e valutarne l’effettiva tenuta sul terreno. Tasselli molto consumati, infatti, non permettono una presa efficace e, al contempo, non consentono al fango di defluire dagli intagli della suola durante la rullata. È importante anche rimuovere gli eventuali sassi rimasti incastrati tra i tasselli, che rischiano di aumentare l’usura e di danneggiare la suola. A dire il vero, questa semplice operazione sarebbe da ripetere dopo ogni utilizzo, evitando così l’accumulo di oggetti potenzialmente dannosi nei solchi del battistrada.

Una volta puliti tomaia e battistrada è il momento di dedicarsi all’interno e alle minuterie. Per l’interno, nel caso di una fodera sintetica come il Goretex, è sufficiente una passata con un panno umido e, nel caso, con un po’ di sapone neutro. Nel caso, invece, di più rari interni in vera pelle, dopo la pulizia con un panno è necessario utilizzare prodotti dedicati per evitare che la pelle si secchi e che, di conseguenza, possa danneggiarsi. A questo punto si può passare alla pulizia dei ganci e delle asole per i lacci, in genere realizzati in metallo. Dopo aver rimosso eventuali incrostazioni è possibile applicare sulle parti metalliche un leggero strato di cera, per preservarli da ruggine e usura.

Per quanto riguarda l’asciugatura, la scelta migliore è lasciare che gli scarponi siano esposti all’aria, lontano dalla luce diretta del sole o da fonti di calore. Anche se può sembrare la soluzione più rapida ed efficace, l’asciugatura vicino a termosifoni, stufe o ai raggi del sole può deformare irrimediabilmente la calzatura, oltre a deteriorare i materiali. La scelta migliore, quindi, è lasciare gli scarponi all’ombra, magari inserendo all’interno della carta di giornale che assorba l’umidità.

Gli scarponi sono stati lavati, spazzolati e sono stati lasciati asciugare, tuttavia manca ancora un’ultima operazione prima di poterli riporre pronti per la prossima avventura. È il momento, quindi, di effettuare un trattamento delle superfici esterne con un prodotto dedicato, per garantire l’impermeabilità e per conservare le caratteristiche del materiale. In commercio sono disponibili numerose soluzioni per tutte le esigenze, ma, se possibile, sarebbe preferibile optare per un prodotto specifico suggerito dal produttore degli scarponi. In ogni caso, è meglio evitare di utilizzare oli o grassi naturali, che potrebbero rendere i tessuti troppo morbidi e delicati. Nel mio caso, Crispi offre una gamma completa di prodotti per il trattamento degli scarponi, adatti per i diversi materiali. Per la tomaia in pelle utilizzo la Waterproofing cleaning cream di Crispi, una crema a base di cere, oli e grassi con elevato potere idrorepellente, che impermeabilizza la superficie ammorbidendo la pelle e rendendola più elastica. In questo modo si evita anche che una tomaia troppo secca possa con il tempo creparsi o danneggiarsi. La crema deve essere applicata e tirata su tutta la superficie della tomaia, avendo cura di lasciarla assorbire per un po’ di tempo prima di riporre gli scarponi. Oltre alla crema in barattolo, con apposito tampone per l’applicazione incluso, per il trattamento del pellame, il catalogo Crispi comprende anche un prodotto spray, idoneo per l’impermeabilizzazione di pelli scamosciate o tessuti sintetici.