Gli appassionati Usa: giusto inasprire i controlli

Dopo la strage di Tucson, compiuta da uno squilibrato con una Glock dotata di caricatore maggiorato, l’America si interroga per l’ennesima volta sull’adeguatezza delle proprie norme in materia di acquisizione di armi da parte dei privati. L’aspetto inedito della vicenda è che, secondo un sondaggio compiuto proprio tra i possessori di armi, l’81 per cento degli intervistati

Dopo la strage di Tucson, compiuta da uno squilibrato con una Glock dotata di caricatore maggiorato, l’America si interroga per l’ennesima volta sull’adeguatezza delle proprie norme in materia di acquisizione di armi da parte dei privati. L’aspetto inedito della vicenda è che, secondo un sondaggio compiuto proprio tra i possessori di armi, l’81 per cento degli intervistati (e l’86 per cento dei cittadini statunitensi in generale) si sarebbe pronunciato a favore dell’idea di introdurre controlli accurati su fedina penale e altri precedenti dell’acquirente ogniqualvolta si proceda alla vendita di un fucile o di una pistola .

È emerso intanto che Jared Loughner (in foto), il 22enne accusato della strage, ha potuto comprare legalmente le armi da lui usate grazie una legge federale, varata ai tempi dell’amministrazione Clinton, che vieta all’esercito di comunicare all’Fbi le reclute non accettate perché non hanno passato il test anti-droga.

Negli anni Novanta, quando ministro della Giustizia era Janet Reno, poi ex governatrice dell’Arizona, si decise che non si potevano comunicare i risultati dei test anti-droga compiuti volontariamente dai soggetti.