Galan: «Basta criminalizzare la caccia»

«Non è più possibile accettare un’incredibile speculazione che si ammanta di coloriture di tipo ambientalista a danno di un’attività sportiva quale è la caccia, che non può essere confusa in nessun modo con lo sterminio di questa piuttosto che di quella specie animale».

«Non è più possibile accettare un'incredibile speculazione che si ammanta di coloriture di tipo ambientalista a danno di un'attività sportiva quale è la caccia, che non può essere confusa in nessun modo con lo sterminio di questa piuttosto che di quella specie animale». Così si è espresso il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan. «Far proprie le posizioni animaliste di chi ha responsabilità di governo arreca un danno incalcolabile alle voci importanti della nostra economia, ma soprattutto crea confusioni e allarmismi sempre più insopportabili da parte di chi opera nel pieno rispetto della legge in un settore che non può essere criminalizzato. Comunque, niente e nessuno riuscirà a colpire la caccia e la sua secolare civiltà, che, ripeto, nulla ha a che vedere con chi per davvero non ha alcun rispetto della natura nelle sue diverse forme».

Non si è fatta attendere la reazione del presidente nazionale dell’Ente nazionale protezione animali, Carla Rocchi, con argomentazioni al solito populiste e prive di basi reali: “Le argomentazioni con cui il Ministro Galan sostiene le ragione dei cacciatori non tengono in alcun conto il sentimento diffuso dei cittadini italiani che ogni sondaggio rileva contrari alla caccia nella loro stragrande maggioranza”. “Prima di pensare al turismo venatorio, insignificante e certo non commendevole attività di nicchia – aggiunge – pensi il ministro al turismo vero, quello che in Italia muove milioni di persone e attira dall’estero altrettanti visitatori. Pensi piuttosto a quante persone, e sono davvero numerosissime, scelgono di non passare le vacanze in Italia proprio perché disgustate dall’aggressività della lobby venatoria, inversamente proporzionale alla sua consistenza numerica”. “Pensi, il Ministro – conclude – alla cultura vera del rispetto e della conservazione dell’ambiente, che, con la cosiddetta cultura della caccia, non ha proprio, nulla da spartire”.