Esternazioni venatorie

Siamo sempre convinti che i convegni sulla caccia servano a poco. A volte solo per raccogliere impressioni, pareri e per fare il punto della situazione. Eccone alcuni che abbiamo sentito con le nostre orecchie.Franco Timo, presidente Federcaccia: «La realtà venatoria italiana appare spesso come stonata e improvvisata. Occorre un “organo di sintesi” delle associazioni venatorie: dobbiamo essere più presenti e più propositivi, giocare a tutto campo e con maggiore impegn… Siamo sempre convinti che i convegni sulla caccia servano a poco. A volte solo per raccogliere impressioni, pareri e per fare il punto della situazione. Eccone alcuni che abbiamo sentito con le nostre orecchie. Franco Timo, presidente Federcaccia: «La realtà venatoria italiana appare spesso come stonata e improvvisata. Occorre un “organo di sintesi” delle associazioni venatorie: dobbiamo essere più presenti e più propositivi, giocare a tutto campo e con maggiore impegno sociale». Maria Cristina Caretta, presidente Confavi: «Quella italiana è la legge sulla caccia più restrittiva in Europa. Il “silenzio venatorio” è contemplato solo qui. Dobbiamo fare quadrato perché una versione peggiorativa del decreto 251/2006 è nelle mani di Pecoraro Scanio». Stefano Cataudella, ordinario di ecologia all’Università degli studi di Roma Tor Vergata: «L’esercizio venatorio e la pesca hanno salvato le zone umide in Italia». Manuela Dal Lago, presidente provincia di Vicenza: «La caccia è un modo sano per vivere il territorio e l’ambiente: per questo la provincia è stata vicina ai cacciatori. I cacciatori non hanno mai rovinato l’ambiente». Giancarlo Galan, presidente della regione del Veneto: «La nostra regione ha concesso il maggior numero di cacce in deroga: meritiamo il “Premio Attila” dagli ambientalisti?». Elena Donazzan, assessore regionale veneta alla Caccia: «La regione Veneto è stata la prima in Italia a elaborare una guida interpretativa della caccia in deroga articolandola su due principi: quello delle tradizioni e quello della corretta gestione sotto il profilo tecnico e scientifico, avendo a fianco importanti istituti tecnico-scientifici. È il modo più giusto per tramandare questa tradizione e questo nostro patrimonio e per affrontare le sfide della modernità». Ancora Donazzan: «Il mondo venatorio ha un grande nemico che è rappresentato dall’ideologia di quelli che sono contro a prescindere». Gelsomino Cantelli, presidente Libera caccia: «Il settore è vittima di sfrontata disinformazione». Giovanni Bana, presidente Anuu migratoristi: «La caccia va fatta conoscere».