Emergenza cinghiali: Bologna corre ai ripari

È questione di sicurezza. La città metropolitana cerca cacciatori esperti volontari per "attuare il piano di controllo" sui cinghiali che hanno anche attraversato la via Emilia Persino l’edizione bolognese di la Repubblica ha dovuto titolare: “Cercansi cacciatori volontari per ridurre il numero dei cinghiali”. L'appello è di Raffaele Persiano, che in Città metropolitana di Bologna ha la delega alla Sicurezza: "La mia prima preoccupazione è la salvaguardia della salute dei cittadini". L'ente è alla ricerca di cacciatori esperti volontari per "attuare il piano di controllo" sui cinghiali, ovvero portare avanti il piano di abbattimento, i cui numeri dovranno essere rivisti perché "insufficienti in condizioni emergenziali". Un piano che vede molti attori in campo, dalla polizia provinciale alle aziende faunistiche.
Il consigliere delegato parla di una situazione seria tanto a Ceretolo, dove poche settimane fa sei esemplari sono stati abbattuti perché vicini ai campi sportivi, quanto al parco dei Gessi, dove "ormai l'ecosistema è compromesso, con piante e fiori che non crescono più per colpa della presenza massiccia di cinghiali". Il piano di abbattimento previsto per il parco parla di 650 esemplari, ma questa soglia risulta inadeguata a far fronte alla realtà.
In una nota la Città metropolitana sottolinea la "crescente preoccupazione di residenti, agricoltori e utenti stradali per la folta presenza di cinghiali sul territorio in grado di costituire un reale pericolo per la sicurezza delle persone", cui l'ente risponde con la ricerca di "personale tecnico volontario da impiegare a supporto della Polizia provinciale nei piani di controllo al cinghiale". Per particolari esigenze e zone "si valuterà che i coadiutori abilitati al prelievo di selezione alla specie abbiano maturato una buona affidabilità tecnico-operativa, abbiano operato con buoni risultati da almeno tre anni e che siano disponibili, di norma, due giorni alla settimana".
Secondo Persiano i cinghiali sono talmente numerosi che aggirano i recinti elettrificati e poi scendono fino a valle e sono arrivati fino a Castenaso, "dunque attraversando anche la via Emilia, con enormi rischi" per gli utenti della strada.
Il problema è talmente serio che Persiano non si preoccupa degli ambientalisti: "Abbattere lo sproporzionato numero dei cinghiali è anche un tema ambientale e in ogni caso preferisco avere un ambientalista scontento, ma un motociclista con una gamba rotta in meno per lo schianto provocato da un cinghiale sulla strada".
La Regione Emilia-Romagna, prima in Italia, si prepara a riconoscere agli agricoltori, in base alla normativa degli aiuti di Stato (senza i limiti previsti dai cosiddetti “de minimis”, ovvero al massimo 15mila euro in 3 anni), i contributi relativi ai danni provocati non solo dalle specie selvatiche protette, ma anche da quelle non tutelate che vivono in zone protette, come Parchi e Riserve naturali, Oasi di protezione della fauna e zone di ripopolamento e cattura presenti nel territorio regionale. "Previsti anche finanziamenti per misure di prevenzione e protezione delle specie animali e delle coltivazioni", come recinzioni metalliche fisse, miste, elettrificate semipermanenti e mobili; dissuasori faunistici che si attivano automaticamente emettendo suoni o luci e acquisto di cani da guardiania a protezione delle greggi. Sono compresi anche il rimborso dei capi uccisi e le cure veterinarie per quelli feriti.