Emerge una Pompei della grande guerra

Un appassionato ricercatore dilettante ha identificato l’entrata di un celebre tunnel-rifugio della grande guerra, nel quale trovarono riparo, ma anche la morte, alcune decine di soldati tedeschi. Una “camera del tempo” di incredibile interesse storico

Sotto i colpi di cannone che altro fare, se non cercare di trovare riparo sotto terra? Così, dunque, nel 1917, nel pieno della prima guerra mondiale, i soldati tedeschi nella Francia Orientale trovavano riparo dal fuoco francese in un cunicolo sotterraneo, a metà altezza della collina di Craonne.

Per diversi mesi, infatti, sulla strada Chemin des Dames- la “strada delle signore” sita nel dipartimento dell’Aisne, si consumò l’attacco francese più massiccio. Se i tunnel sotterranei offrivano salvezza dai colpi di cannone, potevano, però, rivelarsi anche trappole fatali: bastava infatti un crollo dovuto alle esplosioni o alle infiltrazioni d’acqua per rimanere intrappolati e senza possibilità di uscire, nel pieno di una battaglia.

Proprio questo accadde a 250 soldati tedeschi che, il 4 maggio del 1917 avevano, come di consuetudine, trovato riparo nel tunnel, chiamato “di Winterberg”. Intorno a mezzogiorno, una bomba francese colpì l’ingresso della galleria, causandone il crollo. I soldati rimasero intrappolati andando incontro ad una terribile morte per asfissia, eccetto tre superstiti che riuscirono a emergere dalle viscere della terra.

Recentemente, dopo 103 anni dal tragico evento, l’ingresso del cunicolo è stato finalmente ritrovato grazie al lavoro incessante di un appassionato di storia e dei suoi due figli. Succede spesso, infatti, che eventi potenti e incredibili, pur non lasciando traccia nei libri di storia rimangano impressi nella memoria degli abitanti del luogo dove la tragedia si è consumata, acquisendo un carattere quasi leggendario e, pertanto, attraente.

La scoperta del tunnel si deve, infatti, a un abitante del paese che sorge nei pressi dell’antico villaggio di Craonne, andato distrutto nel corso del primo conflitto. Alain Malinowsky, nato e cresciuto in queste zone, nonostante di lavoro sia un conducente di metropolitana a Parigi, è un appassionato di storia ed è sempre stato incredibilmente attratto dalla vicenda di quei soldati scomparsi sotto la sabbia.

Così, durante tutta la sua vita ha dedicato molto tempo a cercare di scoprire dove potesse celarsi l’accesso al tunnel, in quella zona che ora è ricoperta da fitte foreste che regalano, di tanto in tanto, a chi vi passeggia, qualche residuato bellico. Malinowsky cominciò le sue ricerche, sin dagli anni Ottanta, presso il castello di Vincennes che custodisce l’archivio militare; qui cercava e consultava tutti i documenti che avrebbero potuto fornirgli indicazioni sull’ubicazione del tunnel.

Finalmente, nel 1995, durante giorni di sciopero selvaggio in Francia, Malinowsky recuperò la mappa del tunnel tedesco dove trovavano riparo i soldati e venivano nascoste le munizioni.

Il novello Schliemann non aveva individuato, però, la localizzazione, ma riuscì a dedurla dopo un lungo lavoro di comparazione, calcolo e confronto tra i documenti. Nel 2010 coinvolse i rappresentanti dell’Ufficio francese dei vecchi combattenti e del Volksbund Deutsche Kriegsgräberfürsorge conducendoli sulla zona da lui individuata. Tuttavia, il costo dell’operazione portò i rappresentanti a desistere, data anche l’incertezza dei dati e dell’esito degli scavi. Malinowsky incominciò, allora, a scavare senza autorizzazione con i suoi due figli, e da questi scavi emersero sporadici ritrovamenti, fino al gennaio del 2020, quando la terra restituì mitragliatrici, maschere antigas e l’entrata del tunnel. In seguito a questo ritrovamento esperti tedeschi e francesi hanno analizzato il luogo con il radar, dando conferma della presenza dell’imbocco del cunicolo. D’ora in poi gli scavi saranno condotti da esperti e avranno inizio, probabilmente, la prossima primavera.