Elezioni: quale futuro per la caccia?

La caccia, tema da sempre divisivo, ha trovato posto nel programma elettorale di numerosi partiti: Verdi-Sinistra e M5s per l’abolizione, la Lega per una revisione della 157/92, Azione-Italia viva per una "gestione efficiente della fauna selvatica"

Tra poco più di un mese, il 25 settembre, gli italiani saranno chiamati alle urne per l’elezione dei componenti del Parlamento e, come sempre, anche l’attività venatoria ha trovato un posto, nel bene o nel male, nel programma elettorale di numerosi partiti. Qualcuno, infatti, si è dichiarato apertamente contrario alla caccia e ha addirittura inserito nel proprio programma, nero su bianco, l’intenzione di vietarla. Altri, al contrario, hanno manifestato vicinanza al mondo venatorio, ma sarebbe interessante capire quante delle promesse elettorali sarebbero onorate e, soprattutto, quanto tali iniziative potrebbero davvero giovare alla caccia italiana.

 

Verdi-Sinistra per l’abolizione

La prima lista ad aver espresso un parere sulla caccia è stata Alleanza Verdi-Sinistra che, come era facile prevedere, spinge per l’abolizione. Al punto 10 del programma, infatti, tra i provvedimenti “da adottare al più presto” figurano l’abolizione della caccia e “l’attuazione integrale delle norme di gestione dei Siti della Rete Natura 2000 individuando le competenze e gli operatori che permettano di completare i Piani di Gestione e renderli applicabili, monitorabili e fruibili”. Sempre al punto 10 del programma, se non fosse chiaro, si legge anche che la caccia non può essere considerata uno sport, va abolita, oltre all’intenzione di introdurre un divieto di importazione, esportazione e riesportazione di trofei di caccia ottenuti da animali appartenenti a specie protette a livello internazionale”. Sul tema della gestione delle specie opportuniste, come, per esempio, il cinghiale, la nutria o il cormorano, la lista Verdi-Sinistra sembra avere le idee altrettanto chiare, proponendo la previsione di azioni non cruente per la gestione delle specie cosiddette “invasive”.

 

M5s contro l’accesso ai fondi privati

La presa di posizione del Movimento 5 stelle contro la caccia non è una novità, ma, per chi ancora non ne fosse convinto, nel programma elettorale di M5s compare a chiare lettere la volontà di schierarsi dalla parte degli animali, contro caccia, bracconaggio e violenze”. Il Movimento 5 stelle, quindi, accomuna la caccia con il bracconaggio e con la violenza sugli animali, assimilando un’attività legale e regolamentata ad attività criminali, dimostrando ancora una volta di assumere una posizione ideologica, priva di argomentazioni ragionevoli. A differenza di Verdi-Sinistra, in più, M5s scende nel dettaglio, annunciando di volere vietare progressivamente la caccia partendo dal “divieto di accesso ai terreni privati”, quinti attraverso l’abolizione dell’articolo 842 del codice civile.

 

Lega per una revisione della 157/92

La caccia ha trovato un posto anche nel programma elettorale della Lega, che nel punto dedicato all’agricoltura prende in considerazione anche la fauna selvatica, riconoscendo che “Negli ultimi anni la presenza della fauna selvatica nel nostro Paese, in modo particolare degli ungulati, è costantemente aumentata e con la stessa proporzionalità sono aumentati i danni all’agricoltura, gli incidenti sulle vie di comunicazione e i rischi di epidemie virali”. Sul tema della Peste suina africana, poi, la Lega propone di adottare selezionati piani di abbattimento dei capi e di recupero delle carcasse, un bel passo avanti rispetto alle azioni non cruente proposte dalla lista Verdi-Sinistra. La Lega, inoltre, propone una revisione della legge quadro 157/1992, tramite il forte coinvolgimento del mondo agricolo e rurale in genere in sintonia con il mondo venatorio, per aumentare le possibilità e l’efficacia degli strumenti di gestione e garantire una densità dei capi delle diverse specie che sia funzionale alla corretta conservazione delle stesse ma che tenga conto delle prioritarie esigenze di sicurezza pubblica e di tutela delle attività economiche”.

 

Azione-Italia viva: gestione efficiente della fauna

Non si parla apertamente di caccia, ma anche nel programma della coalizione composta da Azione di Carlo Calenda e Italia viva di Matteo Renzi si parla di gestione faunistica, soprattutto rispetto ai danni causati dalla fauna e all’emergenza Psa. Serve l’approvazione immediata del decreto legge concordato con le Regioni a modifica della legge 157, che ha ormai trent’anni“, si legge nel programma della lista, “per una gestione efficiente della fauna selvatica e serve rafforzare le risorse a copertura dei danni da fauna selvatica che minano la competitività delle imprese e persino la sicurezza pubblica”. Per il contrasto alla Peste suina africana, poi, la lista Azione-Italia viva propone di “contrastare, con speciali ed urgenti strumenti normativi e risorse a disposizione del commissario straordinario, la diffusione della peste suina africana che è altresì agevolata dalla diffusione incontrollata dei cinghiali“.