È in edicola Armi e Tiro di settembre

Per chi ancora si gode le ferie e per chi è già tornato, Armi e Tiro di settembre è ricco di novità, anteprime e attualità: come l’odissea dell’approvazione del decreto legislativo per il recepimento della direttiva europea 2008/51/Ce, pericolo scampato ma fino a quando? Un altro tema importante è quello degli omicidi in famiglia: un noto psicologo fa il punto della situazione, spiegando che lo “strumento” c’entra ben poco

Per chi ancora si gode le ferie e per chi è già tornato, Armi e Tiro di settembre è ricco di novità, anteprime e attualità: come l’odissea dell’approvazione del decreto legislativo per il recepimento della direttiva europea 2008/51/Ce, pericolo scampato ma fino a quando? Un altro tema importante è quello degli omicidi in famiglia: un noto psicologo fa il punto della situazione, spiegando che lo “strumento” c’entra ben poco. Le prove si aprono con un allestimento davvero particolare del Benelli Raffaello, è il Lord calibro 20 con finiture in pelle! Nuovi e innovativi anche i light di Beretta, il sovrapposto Perennia I e il semiauto A400 Xplor light calibro 12. Allestimento unico anche per il Rizzini Artemis 20 “Costruito per Renzo”. Si rivolge alla caccia alpina più impegnativa la Sako 85 Finnlight, che abbiamo provato in .25-06. È il tattico di gran moda, parliamo dell’H&K Mr 308 calibro .308 Winchester, smontato per i vostri occhi fino all’ultimo perno. Compatta sopra, subcompact sotto la Kimber Compact Cdp II calibro .45 acp. A confronto tre “moduli” che consentono di trasformare le più popolari semiauto in carabinette tattiche per il Cqb: Caa tactical Roni G1, Fab defense Kpos, Hera arms Cpe. E poi le munizioni Rc eximport, il salone Security expo, i test delle ottiche e degli accessori e molto, ma molto di più. Buona fine d’estate con Armi e Tiro!

Rinviato per ferie (e per “fortuna”)

  

Estate calda, caldissima. Senza esclusione di colpi. Al governo del Paese e nelle case degli italiani, purtroppo. Le vacanze non mi hanno rilassato più di tanto, preoccupato come sono per quanto sta succedendo giorno dopo giorno. Sarà vero che c’è una recrudescenza degli omicidi in famiglia? A sentire telegiornali e quotidiani sembrerebbe, ma l’estate non ha grandi notizie e la cronaca fa vendere giornali. Ci occupiamo del fenomeno nelle pagine che seguono, con il parere di psicologi esperti e con qualche statistica che ci conforta sul fatto che la provenienza delle armi utilizzate per gli omicidi, a Milano in quindici anni, nella maggior parte dei casi (76,1 per cento) è risultata illecita, a fronte di un 18,1 per cento di provenienza legale e di un 5,8 per cento in cui non è stato possibile avere dati certi. Diverso il caso dei suicidi, comprensibilmente. La conclusione è ovvia e persino un tantino scontata per chi mi legge: per la sicurezza sociale occorre che i controlli si rivolgano verso quelle armi, smettendola di criminalizzare i cittadini che detengono armi per difesa, sport o collezione.

E, invece, l’altro motivo di preoccupazione è proprio per lo schema di decreto legislativo per l’attuazione della direttiva europea 2008/51/Ce (atto del governo numero 236). Uno schema e una direttiva europea che sembrano tanto un cavallo di Troia per consentire ai funzionari del ministero dell’Interno di gettare altri paletti nelle gambe (e nel cuore) degli appassionati di armi. In pratica, una delega della delega. Il parlamento ha delegato incautamente il governo a legiferare sull’argomento, il governo ha delegato incautamente i funzionari del ministero. Gli “espertoni” di turno che conosciamo bene. La buona notizia è che il parlamento o, meglio, la maggioranza, sembra aver deciso di controllare il lavoro di questa gente e di apportare le modifiche del caso. Sappiamo bene che l’Associazione nazionale produttori armi e munizioni e il Consorzio armaioli bresciani lavorano da tempo sull’argomento: “Siamo riusciti a ridurre considerevolmente la portata restrittiva del testo, operando affinché gli aspetti più critici venissero via via ridotti o riformati”, hanno comunicato. “Lo schema approvato contiene ancora qualche disposizione preoccupante o contraria al diritto comunitario, che si spera tuttavia possa essere riformata durante l’iter che il testo dovrà seguire”.

Abbiamo la prova che è proprio così perché abbiamo letto il documento uscito dagli uffici del ministero e quello che è stato presentato alle commissioni di camera e senato. Noi abbiamo vigilato costantemente perché è il prezzo della libertà. Forse non hanno vigilato troppo politici e ministri. Ma c’è da dire che a movimentare il settore armiero c’è oggi una novità: l’apparizione di un’associazione che rappresenta gli interessi dei cittadini appassionati di armi. E anche la Federazione italiana storia armi e tiro ha vigilato e si è mossa secondo il mandato ricevuto dai suoi associati, qualche volta mancando forse di tatto. Parlando tuttavia con gli stessi politici che si erano dimostrati più sensibili alla materia. E c’è un altro fatto nuovo: il web, i forum, i blog. Gli appassionati comunicano, si parlano, si appellano ai propri referenti, scrivono ai politici che hanno votato. Accidenti, la democrazia diretta di Internet!

Può essere che tutto ciò abbia sconvolto i piani di chi era abituato a una certa strategia e può anche essere che abbia anche convinto certi politici a vederci più chiaro e magari a intervenire per impedire certe storture.

Non possiedo la verità, possiedo però la forza dell’incrollabile determinazione di chi vuole continuare a svolgere le proprie attività preferite. Ce l’hanno altri più aggressivi e polemici di me (possibile?) che lanciano proclami sui forum e i siti. Dico che ci vuole determinazione, coraggio e professionalità per difendere il settore dagli attacchi di chi gli (ci) vuole male. E se questi valori possono essere messi in comune insieme con l’esperienza, le conoscenze, i crediti, le amicizie, ben venga.

Non si deve litigare, cosa che può ben succedere nei forum e nei blog. In questo momento lo schema di decreto è stato bloccato e rinviato l’esame a settembre. Si può e si deve lavorare insieme per ottenere il massimo, non per limitare i danni. Quindi si può e si deve intervenire per una più sensata durata dei registri degli armieri rispetto a quanto previsto dallo schema di decreto e per evitare certificazioni mediche ingiustamente penalizzanti per i cittadini. Per salvaguardare l’attività della ricarica e quella dei poligoni privati, evitando la discrezionalità dei questori. Per salvaguardare il Soft air, spiegando che qualche parte in metallo le air soft gun devono pure averlo perché non sono pistole ad acqua. E che dire della previsione dell’obbligo di “rimpicciolire” le scacciacani del 20 per cento rispetto agli originali? Oppure delle pene, tutte quadruplicate e in qualche caso decuplicate? Tutte sciocchezze o quasi. Occorre rendersene bene conto.