Dopo Bruxelles, inizia il “pressing” per approvare la direttiva anti-armi

Firearms united ha pubblicato un comunicato nel quale evidenzia come, già all’indomani dei tragici attentati di Bruxelles, si stia verificando un vero e proprio “pressing” sul Parlamento europeo perché vengano al più presto approvate le misure di contrasto al terrorismo tra le quali figura, ovviamente, la bozza di direttiva europea “disarmista” 2015/0269 Cod

Firearms united (movimento al quale aderisce anche il Comitato direttiva 477) ha pubblicato un comunicato nel quale evidenzia come, già all’indomani dei tragici attentati di Bruxelles, si stia verificando un vero e proprio “pressing” sul Parlamento europeo perché vengano al più presto approvate le misure di contrasto al terrorismo tra le quali figura, ovviamente, la bozza di direttiva europea “disarmista” 2015/0269 Cod. Tra gli Stati membri più coinvolti nel pressing ci sarebbe la Francia. La presidenza della Commissione europea ha predisposto un meeting per oggi che, oltre ad avere lo scopo di esprimere la solidarietà europea per il Belgio, avrebbe anche quello di discutere lo stato attuale della lotta al terrorismo e predisporre il completamento della legislazione.

Qual è il rischio? Che, nonostante tutte le criticità emerse nella bozza di direttiva europea, sotto l’onda emotiva di quanto avvenuto a Bruxelles (che, è opportuno dirlo, non sarebbe stato IN ALCUN MODO impedito dalla direttiva medesima, anche se fosse già stata approvata), gli Stati membri vengano “convinti” ad approvarla così come è, cioè con l’originaria formulazione.

Per questo motivo è della massima importanza fare appello ai propri politici nazionali e ai propri europarlamentari perché ciò non avvenga, in quanto la direttiva europea 2015/0269 Cod, oltre a essere inutilmente punitiva nei confronti di chi già rispetta la legge, rischia di avere costi altissimi nel caso in cui dovesse essere approvata così come è. Firearms united fa però notare che “dobbiamo riconoscere che siamo diventati una forza unita, che forse è il risultato più positivo scaturito dagli attacchi della commissione europea alla nostra comunità. Ora rappresentiamo una forza politica e socioeconomica che non può essere ignorata. Ma questa forza dipende dai singoli individui che compongono il nostro mondo, da quanto siano disposti a difendere i propri diritti. Per questo è necessario essere uniti e reagire con prontezza, quando verrà richiesto. Potrebbe essere l’ultima occasione”.