Cucina di selvaggina, chef stellati e un progetto

Franchi Food academy vede la luce con la presentazione del libro “Storie di caccia e cucina” di Michele Milani. La cucina di selvaggina rappresenta una risorsa tutta da spendere nell’anno di Expo 2015 a Milano

“Storie di caccia e cucina” (www.mi-com.it), intanto, è un bel libro da godere: per la carta, la grafica, le fotografie. E naturalmente per le storie di caccia e una cinquantina di ricette un po’ fuori dall’ordinario. Alla fine, ci sono anche i contributi di chef di nome e di fatto che amano la selvaggina. Ma non un semplice libro. Un progetto che ha trovato sulla sua strada la neonata “Franchi food academy” e vi si è trovato subito bene. Michele Milani, piacentino, 43 anni è un pubblicitario. Ha collezionato alcune ricette, le ha fatte sue ricordando quelle che la nonna preparava con la cacciagione portata a casa dal nonno, e condito il tutto come un pubblicitario che ama la caccia, il buon vino e la buona tavola sa fare. Con un’idea ben precisa, che si ravvisa anche nelle pagine: la carne di selvaggina è quella più biologica, più vicina al territorio e più sana di tutte le altre. Basta analizzare gli apporti nutrizionali, tra l’altro presenti in tabelle facilmente consultabili nel libro, per rendersene conto. È, certo, carne selvatica e, per questo al di fuori degli stereotipi. «Deve essere cucinata considerando che ogni animale ha caratteristiche differenti e che con i moderni sistemi di conservazione e centri di macellazione sparsi in tutta Italia, con opportuni trattamento e stagionatura si può mangiare selvaggina tutto l'anno. Prima bastavano polenta e salmì, oggi la selvaggina può essere una risorsa economica per le valli e il territorio. Che invece si sta abbandonando».

Mangiare selvaggina ci rende più umani e uno stile di vita sano si sposa con la selvaggina. Siamo da poche settimane entrati nell’anno dell’Expo, il cui tema principale è il cibo. Questo libro è un’ottima occasione per sostenere in prima linea la cucina venatoria”, perché racconta tutto: dal prelievo dell’animale, alla sua frollatura fino ai diversi e molteplici modi di cucinarlo, a volte tradizionali, a volte innovativi, sempre buonissimi. Ricette che rompono alcuni tabù, tra i quali la marinatura non sempre necessaria, ed enfatizza la carne cruda battuta al coltello.

Durante le prossime fiere a Vicenza e Bastia Umbra, presso lo stand Franchi, sarà possibile assaggiare alcune prelibatezze, preparate al momento e che possono essere dei suggerimenti per divertenti aperitivi. Verrà inoltre allestita una sala dove verranno trattati diversi argomenti, dal trattamento dell’animale appena prelevato, alle sue informazioni nutrizionali, dalle varie tipologie di stagionatura alla preparazione di alcuni piatti. Il contributo di Franchi Food academy a Expo 2015 è, per ora, un hamburger di capriolo che si chiama Be Wild…

 

Nella foto, da sinistra: Bruno Beccaria, direttore di Franchi, Michele Milani, gli chef Stefano Faggioli e Isa Mazzocchi.