Crimini con armi legali solo nel 18 per cento dei casi

L’Università di Pittsburgh ha pubblicato un’indagine, rilanciata dal Washington post, sull’utilizzo delle armi per commettere crimini. Il risultato è stato evidenziato con clamore, in quanto contraddice nettamente il pensiero degli anti-armi: solo nel 18 per cento dei casi, chi ha commesso un reato con armi negli Stati Uniti ne era il legale possessore. E in Italia, la percentuale è di gran lunga più bassa

L’Università di Pittsburgh ha pubblicato un’indagine, rilanciata dal Washington post, sull’utilizzo delle armi per commettere crimini. Il risultato è stato evidenziato con clamore, in quanto contraddice nettamente il pensiero degli anti-armi: solo nel 18 per cento dei casi, chi ha commesso un reato con armi negli Stati Uniti ne era il legale possessore, mentre nel 79 per cento dei casi il crimine è stato perpetrato da una persona diversa rispetto al proprietario (nel 3 per cento dei casi non si è potuti risalire al dato).

L’indagine ha, però, anche evidenziato il fatto che il 30 per cento delle armi utilizzate per commettere crimini da persone che non le hanno acquistate legalmente, erano frutto di acquisto legale e in seguito rubate e che solo 10 Stati americani prevedono l’obbligo per il proprietario di armi di denunciare prontamente il furto dell’arma non appena quest’ultimo viene scoperto.

È anche opportuno sottolineare che in base all’indagine resa a suo tempo nota dalla Fisat, sui reati commessi dal 2010 al 2013, in Italia solo il 2,7 per cento dei crimini è commesso con armi legalmente detenute.