Confavi: vogliono toglierci il riconoscimento nazionale

La Confavi ha diramato un comunicato, che pubblichiamo integralmente.”Mentre la Confavi invita le associazioni venatorie nazionali a dare vita a una rappresentanza unitaria del mondo venatorio italiano e dell’intero indotto economico che gravita intorno ad esso, il quartetto rappresentato da Federcaccia, Arcicaccia, Enalcaccia e Italcaccia tenta di far togliere il riconoscimento nazionale alla Confavi ottenuto con decreto interministeriale dell’8 febbraio 2006. Men… La Confavi ha diramato un comunicato, che pubblichiamo integralmente. “Mentre la Confavi invita le associazioni venatorie nazionali a dare vita a una rappresentanza unitaria del mondo venatorio italiano e dell’intero indotto economico che gravita intorno ad esso, il quartetto rappresentato da Federcaccia, Arcicaccia, Enalcaccia e Italcaccia tenta di far togliere il riconoscimento nazionale alla Confavi ottenuto con decreto interministeriale dell’8 febbraio 2006. Mentre Confavi tenta di dare maggiore autorevolezza alla voce dei cacciatori italiani, il quartetto degli stagionati dirigenti delle succitate associazioni venatorie nazionali, infischiandosene dei diritti dei cacciatori e dei problemi che incombono sulle loro teste ad opera delle frange animal-ambientaliste ben annidate nella neonata compagine governativa, utilizza i soldi dei propri associati per pagare i propri avvocati non per difendere la caccia dalle insidie degli anticaccia ma per tentare di impedire alla neoriconosciuta Confavi di rappresentare la voce di più di 82.000 associati nei comitati di gestione degli ATC e Comprensori alpini. Mentre gli anticaccia stanno tentando di sottrarre un ulteriore terzo di territorio italiano all’attività venatoria attraverso l’equiparazione delle aree SIC e ZPS alle aree protette previste dalla 394/91, il famigerato quartetto venatorio pensa solo a fare la guerra alla seconda associazione venatoria nazionale. Mentre imminente sembra ripresentarsi la strumentalizzazione della paura dell’influenza aviaria, utile pretesto per i Verdi per chiudere la caccia in Italia, il quartetto venatorio pensa solo a non farsi sottrarre un pezzo di potere da parte della CONFAVI che meritatamente ha ottenuto il riconoscimento e che cerca solamente di combattere con ancora più forza per difendere i diritti di tutti i cacciatori. Mentre i dirigenti della Federcaccia; dell’Italcaccia, dell’Enalcaccia e dell’Arcicaccia sono impegnati in questo vano tentativo di chiudere la bocca a chi, come la Confavi, denuncia il malo modo in cui questi dirigenti utilizzano i soldi e la fiducia dei loro associati, la nuova compagine governativa tenta di impedire ai cacciatori italiani di usufruire del diritto di cacciare le specie in deroga sancito dalla legge statale 221/2002. Ecco il vero volto di questi vetusti dirigenti che sembrano più intenti a mantenere i loro privilegi che a preoccuparsi del destino della caccia nel nostro Paese. Ai cacciatori italiani il giudizio su questo comportamento talmente vergognoso da non meritare alcun ulteriore commento”.