Cirielli: «Quell’agente doveva sparare»

I disordini di piazza di martedì scorso a Roma arrivano in parlamento. Questa volta, però, non è l’opposizione a chiedere spiegazioni a Roberto Maroni sugli “infiltrati”, bensì un membro della maggioranza, Edmondo Cirielli (nella foto), presidente della commissione Difesa alla camera che al ministro dell’Interno ha depositato una interrogazione «per comprendere se vi siano state particolari condizioni o disposizioni, che abbiano impedito al militare della guardia di finanza

I disordini di piazza di martedì scorso a Roma arrivano in parlamento. Questa volta, però, non è l’opposizione a chiedere spiegazioni a Roberto Maroni sugli “infiltrati”, bensì un membro della maggioranza, Edmondo Cirielli, presidente della commissione Difesa alla camera che al ministro dell’Interno ha depositato una interrogazione «per comprendere se vi siano state particolari condizioni o disposizioni, che abbiano impedito al militare della guardia di finanza, coinvolto negli scontri di Roma, di fare un uso della sua pistola d’ordinanza per legittima difesa e per l’uso legittimo delle armi».

«A parere dell’interrogante», si legge nelle premesse del documento di Cirielli, «il militare si sarebbe trovato nelle condizioni previste dagli articoli 51, 52 e 53 del codice penale, eppure non ha ritenuto di utilizzare l’arma d’ordinanza, mettendo in pericolo innanzitutto la sua vita e poi anche quella dei suoi colleghi e, più in generale, il perimetro di sicurezza per cui era stato predisposto il servizio di ordine pubblico, atteso che la pistola poteva anche essergli sottratta e utilizzata dagli aggressori».

Più in generale, è la riflessione di Cirielli, «sembrerebbe che nei servizi di ordine pubblico, siano abitualmente impartiti ordini tendenti a evitare tassativamente l’uso delle armi da fuoco salvo che per rispondere a offese provenienti da sole armi da fuoco e ciò condizionerebbe negativamente l’operato degli agenti anche a costo di esporli a ingiusti rischi, perfino della vita».

«Se il governo», è la richiesta che Cirielli rivolge a Maroni «intenda adottare provvedimenti per meglio disciplinare l’uso delle armi da fuoco in quelle particolari condizioni di ordine pubblico che rappresentano un potenziale pericolo per l’incolumità della vita degli operatori di pubblica sicurezza, delle istituzioni e, più in generale, dei cittadini e se vi siano, e a quali livelli, eventuali responsabilità nell’emanazione di direttive e ordini che non tengono debitamente conto della legislazione vigente e come si intenda sanzionarle».