Campagna di cattura delle cornacchie a Massa Carrara

Nella provincia di Massa Carrara è in atto un piano di prelevamenti dei corvidi mediante cattura con trappole – cornacchia grigia e gazza – attuato dal Comitato di gestione dell’Ambito territoriale di caccia 13. Predatore eccezionale, la cornacchia ha trovato in Lunigiana, e sempre più nella costa dove fa incetta di uova di colombacci, un terreno di caccia molto ricco

Nella provincia di Massa Carrara è in atto un piano di prelevamenti dei corvidi mediante cattura con trappole – cornacchia grigia e gazza – attuato dal Comitato di gestione dell’Ambito territoriale di caccia 13. Predatore eccezionale, la cornacchia ha trovato in Lunigiana, e sempre più nella costa dove fa incetta di uova di colombacci, un terreno di caccia molto ricco che ha incrementato, specialmente negli ultimi cinque anni, il numero di esemplari. Un numero “non più sopportabile dal territorio”, ha commentato il presidente della Commissione dell’Atc 13, Piero Lazzini, “e pericoloso sia per le specie selvatiche sia introdotte. Mangiano di tutto: uova, piccole lepri, piccoli uccellini e persino carcasse, per non parlare dell’agricoltura. I maggiori danni sono stati provati alle coltivazioni di mais e ai vigneti. Nella costa per esempio, dopo tanti anni, sono tornati a covare i colombacci, purtroppo la loro continuità è a forte rischio perché le cornacchie divorano le uova compromettendo la specie”. I numeri parlano chiaro: dal 2006 al 2009 sono state quasi 1.200 le cornacchie prelevate attraverso i piano di cattura con gabbia, piani autorizzati dall’Ispra in base a censimenti e avvistamenti. “La cornacchia”, analizza ancora Lazzini, “è ormai diffusa su tutto il territorio provinciale, da Pontremoli sino a Montignoso, l’obiettivo dei piano è quello di mantenere un equilibrio tra le diverse specie e il territorio che le ospita”. Circa centocinquanta cacciatori abilitati saranno impegnati, sino al 31 luglio, nella caccia alla cornacchia, ma il prelievo avverrà con il metodo della cattura per mezzo di apposita attrezzatura e servirà anche per proseguire il monitoraggio-campionatura per la ricerca di trichina (un parassita presente nel sangue) in collaborazione con l’Asl 1 di Massa Carrara. “Dal piano di prelevamento”, conclude Valerio Poi, presidente Comitato Atc 13, “ci aspettiamo di riuscire a contenere il numero di esemplari. I piani attivati sin qui, da quello dei cinghiali alle volpi, hanno contribuito a diminuire, spesso in maniera sensibile il danno economico all’agricoltura, diminuendo la conflittualità tra fauna e agricoltura. È solo il caso di segnalare che il dispiegamento di operatori coinvolti nelle attività di controllo in atto è reso possibile grazie alla disponibilità di volontari cacciatori iscritti all’Atc, molti dei quali risultano abilitati a seguito di frequenza dello specifico corso realizzato nel 2010 da parte dell’Atc”.