Caccia “confusa” in Sicilia

Sulla caccia la Regione siciliana continua il suo balletto tra chiusure e aperture, zone venatorie e zone protette, siti d’interesse e sentenze di tribunale, con l‘evidente risultato di creare una confusione strisciante

Sulla caccia la Regione siciliana continua il suo balletto tra chiusure e aperture, zone venatorie e zone protette, siti d’interesse e sentenze di tribunale, con l‘evidente risultato di creare una confusione strisciante. L’assessore regionale alle Risorse agricole e alimentari della Sicilia, Elio D’Antrassi, ha firmato il decreto che vieta l’attività venatoria in tutte le aree Sic (Siti di interesse comunitario) e Zps (Zone protezione speciale) del territorio siciliano, salve le disposizioni che saranno rese dall’Assessorato al territorio e ambiente, per le aree in cui è stata inoltrata la valutazione di incidenza. Tutto chiaro? Per nulla, perché nelle aree del territorio siciliano, comprese le Isole minori al di fuori delle aree dei siti di Natura 2000 (Sic e Zps), è consentita la caccia alla selvaggina stanziale e migratoria, alle specie, e per i periodi previsti dal vigente calendario venatorio. Ed è proprio questa ultima disposizione che manda in “confusione” cacciatori e animalisti. Infatti per le associazioni venatorie il provvedimento di fatto riapre la caccia dopo che il Tribunale amministrativo regionale aveva invalidato il calendario venatorio e il piano faunistico, nonché i successivi decreti emanati dall’assessorato. Ma secondo gli ambientalisti di Wwf Sicilia, il decreto è un maldestro tentativo di aggirare la decisione del Tar senza rilevanza giuridica, per questo fa sapere di aver attivato le proprie guardie giurate volontarie a intensificare i controlli.