Blitz vandalico in un allevamento di fagiani

Il Wwf ha espresso fermo dissenso per il gesto compiuto al “Centro fagiani” del Colle San Bartolo (Pu), dove alcuni ignoti nella notte hanno spaccato le voliere dove erano custoditi più di 6 mila fagiani. Attraverso un comunicato stampa la Sezione regionale Marche dell’associazione afferma: “Pur comprendendo le ragioni emotive di chi non trova giusto allevare animali da lasciare poi alla caccia, gesti come questo sono vandalici e dannosi. Il Wwf ha sempre avuto un… Il Wwf ha espresso fermo dissenso per il gesto compiuto al “Centro fagiani” del Colle San Bartolo (Pu), dove alcuni ignoti nella notte hanno spaccato le voliere dove erano custoditi più di 6 mila fagiani. Attraverso un comunicato stampa la Sezione regionale Marche dell’associazione afferma: “Pur comprendendo le ragioni emotive di chi non trova giusto allevare animali da lasciare poi alla caccia, gesti come questo sono vandalici e dannosi. Il Wwf ha sempre avuto una posizione fortemente critica nei confronti della caccia, degli zoo, degli allevamenti lager di animali domestici. Non facciamo quindi una difesa d’ufficio del sistema che prevede allevamenti di animali da ripopolamento che in realtà spesso sono solo “pronta caccia”. Ma siamo anche per la legalità e atti come questo o come altri, ricordiamo il recente fatto del parco-zoo di Cumiana che ha visto come vittime i rapaci bruciati vivi nel capannone dove erano custoditi, sono illegali, costosi, controproducenti ed inutili per gli animali liberati. Il territorio dove 6mila animali sono stati liberati senza alcun ambientamento è stretto tra il mare e una strada statale, barriera mortale per qualunque selvatico volesse attraversarla, tra le due città di Pesaro e Gabicce, che sorte potranno mai avere? Siamo e saremo sempre contrari per motivi scientifici alla liberazione di animali d’allevamento esotici. Come i visoni, per esempio, che sia la legge che l’ecologia prescrivono come non introducibili in natura, perchè competitori di specie autoctone, quindi adattate e dotate di fattori limitanti; come gli scoiattoli americani ed asiatici che ormai si stanno diffondendo e metteno a rischio la sopravvivenza del nostrano scoiattolo rosso; e come le nutrie che mostrano un impatto negativo crescente sulla vegetazione e sugli argini dei fiumi, e potremmo continuare la lista di molto. Non è con queste azioni che si fa opposizione alla caccia. Oltre al danno economico vivo ci saranno danni in più da pagare agli agricoltori del parco”.